Alla fine vince sempre quello grande, grosso e cattivo…

Non c’è nulla da fare: le fiabe, quelle che si raccontano da piccoli, non mi sono mai piaciute. Molto probabilmente perché, alla fine, è sempre il personaggio buono, piccolo, mingherlino, amato da tutti, ma sfortunato, a vincere. Nel calcio non è così. Alla lunga, alla fine, vince sempre la squadra “grande, grossa e cattiva”, odiata, la cui sconfitta “risolleverebbe il Paese” (cit.). Juve-Napoli ne è l’esempio lampante.

SETTIMANA TORRIDA – È stata una settimana piena di polemiche, esaltazioni, critiche, scuse e chi più ne ha, più ne metta. Sono stati chiamati in causa, pur di pompare il match e caricarlo di tensione, personaggi come Gigi Simoni, Gianluca Pagliuca, l’arbitro Ceccarini, Paolo Liguori, per citarne solo qualcuno, i quali altro non hanno fatto che alimentare un clima di odio tra le due squadre. Naturalmente, però, le opinioni andavano a parare tutte dalla stessa parte: attenzione alla Juve. No, non perché è una grande squadra e viene da 14 vittorie consecutive, ma perché, a Torino, l’arbitro li favorirà. È matematico.  È possibile parlare una settimana solo e soltanto di designazioni e scelte arbitrali? I media italiani ci hanno dato la risposta: sì, si può fare, si possono gettare ombre sui bianconeri dal lunedì al venerdì. Di sabato, per fortuna, c’è la partita. A parlare, alla fine, è sempre il campo, e lo sappiamo, ma preamboli del genere non possono esistere nella settimana che porta al match che potrebbe decidere la stagione.

LA RISOLVE ZAZA – Alla fine l’ha risolta Zaza, uno che, normalmente non parte da titolare. Come Rugani, che è entrato per sostituire Bonucci. Mancavano anche Chiellini e Caceres, là dietro; assente anche Mandzukic, con Khedira a mezzo servizio. L’ha vinta Allegri, non facendo giocare il Napoli e con un pizzico di fortuna nel finale, ma l’ha vinta anche Marotta, che ha creato una rosa forte, giovane, lunga e soprattutto disposta al sacrificio. Mai una polemica, tutti danno sempre il 100% per la maglia, fino alla fine. E alla fine, nonostante le polemiche, nonostante i piagnistei, nonostante tutto, l’ha portata a casa la Juve. Come accade, praticamente, nella maggior parte di questi casi.

NON È FINITA – Va bene l’euforia per la vittoria, va bene essere felici per un risultato che – francamente – all’85’ nessuno si aspettava, ma l’importante è che ora si capisca che non è finita. Il Napoli sconfitto dalla Juve è una grande squadra, capace come poche di giocarsela allo Stadium (nonostante il record minimo di tiri in porta) e non si lascerà scalfire psicologicamente dal risultato di questa partita. A Bologna, dunque, bisogna mettere in campo la stessa cattiveria e la stessa solidità mostrata nelle 15 vittorie consecutive, poi si penserà al Bayern. Per sognare il quinto scudetto di fila, bisogna rispettare il motto bianconero: così, fino alla fine.

Luigi Fontana (@luigifontana24)

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