Cannavaro: “Vi rivelo i retroscena del mio trasferimento alla Juve. E quella telefonata di Moggi…”

Conclusa l’esperienza all’Al Nassr, dove pare non venissero pagati gli stipendi da oltre un anno, Fabio Cannavaro si appresta a tornare in Italia. E guarda con interesse alla grande sfida di questa sera, tra Juve e Napoli: “È una partita speciale, ma deve restare una partita di calcio”, ha detto a Walter Veltroni, che lo ha intervistato per il ‘Corriere dello Sport’. “Il Napoli è davvero forte, mentre la Juve perde pezzi per gli infortuni. E poi gli azzurri hanno più fame, devono sperare che i bianconeri battano il Bayern, ma credo che abbiano molte possibilità di vincere lo scudetto”.

Il suo pronostico, insomma, è chiaro. Ma Cannavaro ha colto l’occasione per parlare anche del suo discusso passaggio alla Juventus, nel 2004: uno scambio con il portiere Carini, sicuramente un affarone per la Signora. Il problema è che il nome del difensore finì nel pentolone Calciopoli, per presunte pressioni di Moggi affinché Cannavaro rompesse con l’Inter.

Secondo il campione del mondo, però, i fatti non stanno così: “In nerazzurro passai un periodo non proprio sereno fino a un certo punto. In fondo il primo anno siamo arrivati in semifinale di Champions”, racconta. “Io quell’anno mi provocai una frattura da stress, era come giocare con un coltello piantato nella gamba. Ma non volevo fermarmi, volevo sempre stare in campo”.

“Il secondo anno mi infortunai e allora a fine anno, quando arrivò Mancini, gli dissi che non mi sarei allenato finché non fossi tornato a posto”, continua. “Cosa che accadde a Brunico in ritiro. Lo comunicai, che ero pronto al rientro. Loro mi dissero: ‘Bene’. E mi vendettero. ‘Io ti ho portato qui ma la società ha deciso di venderti e non si può far nulla’, mi disse Oriali.

Un addio che non fu sicuramente dei migliori, dunque: “Ci fu anche una vicenda che mi dette dolore. Io dovevo essere venduto, a settembre, alla Juventus. In quei giorni si giocava un’amichevole e io domandai al mio procuratore se era il caso che andassi con il rischio di farmi male prima del trasferimento. Lui chiamò Moggi che sconsigliò, visto che due giorni dopo sarei passato in bianconero. Per questa cosa il mio nome è finito nelle intercettazioni e mi ha dato molto fastidio.

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