Pogba raccontato dal fratello: “È malato di calcio, è folle. Abbiamo anche un sogno nel cassetto…”

Ah, la famiglia. Le persone più importanti della vita sono proprio ai familiari, perché stanno con te gran parte della vita e sono sangue del tuo sangue: sanno i tuoi segreti, le tue ambizioni, le tue paure. Quindi, quando un familiare, in questo caso, un fratello, parla di te, si può star certi che dirà cose vere.

FLORENTIN COCCOLA IL SUO PAUL – A parlare ci ha pensato Florentin Pogba, fratello del numero 10 bianconero, e anch’esso giocatore, in forza al Saint Etienne. Un’intervista rilasciata al “Corriere dello Sport”, nella quale Florentin parla di tutto ciò che concerne il fratellino. I Pogba sono 3 fratelli, tutti e 3 con la passione del calcio, anche se il primo a iniziare a giocare è stato proprio il più piccolo, Paul. “E’ stato Paul  il primo ad indossare gli scarpini, perché ha iniziato quando aveva sei anni e noi in quel periodo eravamo ancora impegnati con il ping pong. Lui è sempre stato un “malato” di calcio – prosegue Florentin –  amava guardare le partite in tv, analizzare i giocatori più tecnici fino a quando in campo è sceso lui”. Divertente anche è l’aggettivo utilizzato da Florentin per descrivere il fratello: ” Paul… in una parola? è un po’ “folle”, in senso buono, ovviamente”.  

PAUL, AMORE PER LA FRANCIA – L’attuale calciatore del Saint Etienne, inoltre, parla della decisione di Paul di giocare per la Francia, in disaccordo con i fratelli: “Io e Mathias (l’altro fratello) avevamo sempre sognato di giocare con la rappresentativa della Guinea, invece Paul ha fatto sempre tutto il suo percorso con la Francia. In passato ha ricevuto non poche critiche per questo, ma la gente deve capire che abbiamo storie diverse. Lui è nato qui in Francia ed è normale che abbia scelto la Nazionale francese. A noi non è dispiaciuto, anche perché è una scelta fatta con il cuore”.

FLORENTIN E IL SUO SOGNO – Infine, Florentin Pogba rivela un suo sogno segreto: “Sarebbe già bello incontrarsi da avversari, magari con la Nazionale, è un qualcosa che ci riempirebbe d’orgoglio. Per ora ci resta la speranza un giorno di scendere in campo tutti insieme nello stesso club e, anche se non è facile, vogliamo crederci ancora fino alla fine delle nostre carriere”.

 

Simone Calabrese

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