SCOPERTA ESCLUSIVA – Principio Paolino: “Vi racconto la storia di Ferdinando Chiapirone, il pioniere della Juventus venuto da La Spezia”

12540341_1327681917249353_60031133_nDa un po’ di tempo mi sono messo in testa di restituire il proprio nome a tutti coloro che, almeno per una volta, hanno indossato la maglia della Juventus. Essenzialmente perché, se oggi abbiamo una fede, una filosofia di vita o una piccola grande passione che ci accompagna quotidianamente, il merito è di tutti, non solo dei migliori. A maggior ragione se parliamo dei fondatori. Tutti hanno portato il proprio secchio d’acqua che poi è sfociato nel mito bianconero. Tutti hanno il diritto di essere riportati idealmente in vita: ecco, questo è ciò che mi sembra di fare, perché certi personaggi eroici, che hanno realizzato qualcosa di straordinario, hanno il diritto di essere ricordati.

Semplice non è. Sicuramente alcuni resteranno senza nome, anche perché per mille ragioni non hanno lasciato tracce. Altri, peggio ancora, nel prestigioso elenco saranno in eterno un cognome magari trascritto pure in maniera errata. Che tristezza. Il periodo più impervio, per ragioni facilmente intuibili, è quello pionieristico. Del resto, la nostra amata squadra ha giocato la sua prima partita ufficiale domenica 11 marzo 1900, ossia circa 116 anni fa. Ma una recente ricerca che sono riuscito a concludere positivamente, quella relativa ai fratelli Nicola (Beniamino I e Costantino II), mi ha fatto capire che potesse ancora venir fuori qualche reperto archeologico dal valore inestimabile.

Tornando a quell’epico esordio assoluto, solo un giocatore era rimasto senza nome: tale Chiapirone. Di lui si sapeva poco o nulla. Il cognome, per l’appunto, peraltro riportato da qualche parte alla francese, Chapiron. Che faceva il terzino. E che proveniva anch’egli dalla mitica truppa pionieristica del mitico Liceo D’Azeglio per cui, molto probabilmente, si era seduto pure lui sulla mitica panchina. Tutto qui. Anzi, no. Per oltre cento anni è stato spesso indicato come Chiapirone G. Ma io a quell’iniziale puntata del nome non ho mai creduto: per quale motivo si sarebbe dovuta riportare l’iniziale quando in formazione non c’erano né fratelli né tantomeno omonimi? Chissà. A me è venuto un sospetto: per me quella G. era di Gioacchino Armano e serviva per distinguerlo da Alfredo Armano. ll dubbio mi è parso fondato leggendo le formazioni dell’epoca: Nicola I Armano G. Chiapirone… Le virgole, spesso, fanno la differenza! La stessa cosa potrebbe essere successa con Durante: in squadra con lui c’erano Luigi e Alberto Barberis, per cui alcune distinte iniziavano con Durante Luigi Barberis ecc. E così per decenni il portiere pittore è stato Luigi Durante, poi si scoperto il suo vero nome, Domenico Maria.

Ebbene, ho avuto il piacere e l’onore di essere ricevuto al Liceo D’Azeglio di Torino. Non sto a descrivervi l’emozione, la si può immaginare. E allora vado al dunque, rendendo noti i dati emersi dal Registro Ginnasio 1896-97 (estremo archivistico GLMDA 367): CHIAPIRONE FERDINANDO, figlio di Avventino, nato in Spezia il 9/3/1883 e residente in via Ponza 2. Risulta iscritto negli anni scolastici 1896-97 (quarta ginnasio; nelle annotazioni si legge la seguente indicazione: ammissione al Ginnasio di Pisa, dal Collegio Arcivescovile di S. Caterina), 1897-98 (quinta ginnasio) e 1898-99 (prima liceo, promozione a ottobre). Il nome non compare più nel registro dell’anno successivo, in seconda liceo.

Ferdinando Chiapirone era dunque nato a La Spezia, curiosamente proprio come Gioacchino Armano. Ed apparteneva a quella classe piuttosto ricorrente se guardiamo le date di nascita di quegli eroi dissacratori. Gioacchino Armano, ancora lui, era nato il 15 dicembre 1883. Domenico Donna era nato a Torino il 30 giugno 1883. Luigi Gibezzi a Borgo San Lorenzo (Firenze) il 6 febbraio 1883. Per quello che ho potuto vedere, il suo andamento scolastico si aggirava intorno alla sufficienza, con l’avversione per qualche materia da dover poi rincorrere come un avversario fastidioso.

Come già detto, a un certo punto le sue tracce si sono perse, sia al D’Azeglio che alla Juventus, nella quale risultano sue presenze ufficiali nel solo campionato 1900. Che ne è stato di lui, non è dato saperlo. Avendo ora anche un nome, ho provato a fare alcune ricerche in tal senso più comodamente su internet. Per quel che riguarda la battaglia di Vittorio Veneto del 1918, il Capo di Stato Maggiore della 1a Divisione Cavalleria del Friuli è il Ten. Col. Ferdinando Chiapirone. Nel Reggimento “Cavalleggeri di Alessandria” 14°, tra i comandanti, compare un Col. Ferdinando Chiapirone (1927-1929). Il Comitato Storico di Scalenghe riporta poi una lettera rinvenuta in una soffitta, scritta esattamente cento anni fa da Ferdinando Chiapirone, al tempo Capitano di Stato Maggiore della 29a Divisione Fanteria. Lo ritroviamo inoltre tra i Cavalleggeri di Lodi. Infine, in un documento non ben identificato, scritto in francese, si legge: “Le général Ferdinando Chiapirone, commandant la zone militaire de Pise, vient de mourir“. Insomma, la frequentazione della città di Pisa e una rievocazione transalpina consentono un accostamento al calciatore pioniere, ma certezze non ce ne sono. L’unica certezza è che adesso, dopo aver ridato un’identità ai fratelli Nicola, sappiamo che si chiamava Ferdinando l’unico giocatore della primissima Juventus che era rimasto senza nome.

Principio Paolino

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