Questione di Principio… Paolino: “Evra ha ragione, la Juve è l’unica nemica di sé stessa”

È ormai un appuntamento fisso e nemmeno l’arrivo del 2016 ha cambiato qualcosa. Ci siamo nuovamente per la prima intervista dell’anno al noto giornalista juventino Principio Paolino, che ha gentilmente risposto alle nostre domande, toccando tutti i temi più caldi del momento. Dalle aspettative del nuovo anno, al mercato, fino al futuro di Allegri.

Anno nuovo, domanda d’obbligo. Cosa ti aspetti da questo 2016 bianconero?

Mi aspetto la conferma della mentalità. Quella che ci ha fatto conseguire sette vittorie di fila e ci ha fatto tornare in corsa, mi aspetto che il periodo iniziale da incubo sia solo un brutto ricordo e spero di non rivedere mai più cali di concentrazione come quelli di Modena, che sono inaccettabili, specialmente quando ti chiami Juventus.

Gennaio coincide con l’apertura del mercato. Cosa serve alla Juve? Se fossi Marotta, come ti muoveresti?

Servirebbe un giocatore alla Gündogan, per cui già in estate si sarebbe dovuto fare qualcosa in più, invece di perdere tempo nel rincorrere la chimera del trequartista, a maggior ragione perché sul taccuino non c’era un fenomeno, ma soltanto Draxler… Per arrivare al turco-tedesco, si sarebbe potuta gestire meglio la cessione di Vidal, che a mio avviso è stato svenduto, anche se ho la sensazione che non ce l’abbiano raccontata tutta. Comunque sia, la strada ora è ancora più difficile da percorrere, siamo a stagione in corso e quindi il Borussia fa ancora più muro, per cui c’è da augurarsi che reggano i muscoli di cristallo di Khedira, anche se Sturaro non è uno sprovveduto e può crescere ancora.

Capitolo rinnovi. A chi prolungheresti il contratto e chi invece ritieni abbia esaurito il suo percorso alla Juve?

Barzagli ed Evra hanno dimostrato di potersi esprimere ancora su livelli altissimi per cui non esiterei a rinnovare il loro contratto. Lo stesso farei con Padoin, la cui utilità è fuori discussione. Mi auguro poi che si faccia di tutto per far rimanere Cuadrado a Torino: vero, tatticamente è un anarchico, ma spesso può fare la differenza. Anche Lemina è un giocatore interessante. Il capitolo più problematico è quello di Caceres: per me è fortissimo e lo terrei sempre, ma ultimamente si respira una strana aria intorno a lui. Con i dovuti paragoni, sembra un altro caso Vidal, e infatti anche qui temo che non ce la stiano raccontando tutta.

Allegri si è ripreso la Juve. Quale pensi sarà il suo futuro? Lo vedi sulla panchina bianconera anche il prossimo anno?

Continuo a non essere d’accordo con chi sostiene che lui si sia ritrovato la pappa pronta di Conte: la storia del calcio è piena di esempi di allenatori che sono subentrati a colleghi vincenti e hanno combinato disastri, così come diverse aziende floride sono fallite quando sono passate ai figli. Quest’anno all’inizio mi è parso in confusione, ma poi è stato bravo a rimettere la macchina in carreggiata. Insomma, se non si è ancora capito, a me Allegri piace. Poi, si sa, il destino degli allenatori è legato ai risultati, dacché esiste il pallone.

Siamo vicini al giro di boa, momento ideale per tirare le somme. Quale giocatore ti ha colpito di più e chi invece ha deluso le tue aspettative?

Mario Mandzukic è la più bella sorpresa della seconda parte di stagione, soprattutto perché ha dimostrato di essere un lottatore perfino spigoloso e a molti tifosi i tipi come lui piacciono. Per di più ultimamente non si sta distinguendo soltanto per il lavoro sporco, ma anche con giocate di qualità. Tra le delusioni, riferendomi alle prestazioni, in senso assoluto non mi sento di indicare nessuno, diciamo che sono deluso per le troppe soste in infermeria di Khedira.

Tra le avversarie quale ti fa più paura? Concordi con Evra quando sostiene che la Juve è la rivale più pericolosa per sé stessa?

A inizio anno la Roma mi sembrava la più autorevole candidata al trionfo finale, invece ha poi palesato dei grossi problemi. Ora come ora, con il distacco che si è ridotto sensibilmente, credo che Evra abbia tutte le ragioni di questo mondo.

I riflettori del mercato si sono accesi improvvisamente sul giovane Pedro Pereira. Nelle giovanili della Juve non ci sarà un giocatore all’altezza del portoghese? E siamo sicuri che, contro certe squadre, la Juventus non possa permettersi in campo un Clemenza o un Lirola, giusto per citarne due?

Permettimi di fare un discorso più ampio, visto che per lavoro, per diversi anni, mi sono occupato di settore giovanile. Quando seguivo io il vivaio della Juventus, c’erano allenatori del calibro di Vincenzo Chiarenza, Domenico Maggiora o Maurizio Schincaglia, giusto per citarne alcuni. Quest’ultimo è uno dei più seri e competenti che io abbia mai conosciuto e non si meritava affatto ciò che un destino troppo crudele gli ha riservato. Le loro capacità le respiravi, erano tangibili, te le sentivi addosso. Ora, da parecchio tempo non seguo più le giovanili per cui non sono nelle condizioni di esprimere giudizi precisi e perentori. Posso solo dire che, da un bel po’, di gente come Marchisio non se ne vede più e anche a livello di risultati il dominio incontrastato di una volta è ormai un ricordo sbiadito.

(Intervista a cura di Edoardo Siddi e Corrado Parlati)

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