Juve, ecco la Coppa Italia: dal fattore psicologico alla storia. E quel puzzle da completare…

Eppure c’è qualcuno che la considera quasi “un fastidio”. No, certi equivoci è meglio dissiparli prima: la Coppa Italia è un obiettivo stagionale. Magari non di pari importanza, ma neanche di “secondaria”, ecco. È una competizione, e come tale, è la storia bianconera a parlare: non c’è altro risultato, c’è solo la vittoria. Col suo bagaglio di lavoro, di corsa, di fatica. E con quello fatto di pure emozioni. Tipo Matri all’ultimo respiro, in un Olimpico stracolmo, con un destro che scrive un altro piccolo pezzo di storia bianconera.

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Bei ricordi, non c’è che dire. Che però restano appunto questi: attimi fatti di puro passato e senza ripercussioni sul presente. Ora la storia riparte, e con essa l’avventura dei bianconeri nella coppa di lega nazionale. No, davvero: non chiamatelo “fastidio”. E vi diamo tre buone ragioni per non farlo.

TESTA – In realtà, Allegri ne darebbe volentieri di più. Partendo dal “sei” delle vittorie di fila, fino al “dieci” delle coppe conquistate. Tanti piccoli tasselli che dovranno ricostruire un muro di certezze: e non di certo nei senatori, già abituati ai tripli impegni stagionali. È difatti sulle seconde e nuove linee che il lavoro dovrà diventare prettamente psicologico: perché il fattore ‘rimonta’ continua a dare i suoi frutti in campionato, mentre in Coppa si riparte candidamente da zero. Da qui a problemi di eccessiva rilassatezza, ovviamente, ci passa un oceano intero. Ma la beffa è dietro l’angolo: specialmente in un ecosistema che resta, e resterà ancora per un po’, decisamente fragile.
Ah, le certezze arriveranno con il tempo. Ancor meglio se accompagnate da vittorie, certo. Solo così, alle certezze seguiranno allora fiducia e voglia di migliorarsi. Molto pragmaticamente: ciò di cui necessitano gli ultimi pezzi di un puzzle pronto a ricomporsi per ribaltare l’inizio disastroso. Tramutato in nomi? Hernanes, Lemina, Rugani e Zaza. Più Morata.

STORIA – Sì, pure lo spagnolo. E sembra strano, a tratti surreale: lui, che ha scritto già un’intera pagina sul libro dei ricordi bianconeri, ha subito da ripartire. E quindi lo farà in Coppa Italia: ora una vera chance, non di certo un ‘contentino’ qualunque. Allegri gliel’ha spiegato in tutti i modi possibili: affondare il Toro vorrebbe dire tanto. Se dovesse accadere per merito dello spagnolo, allora significherebbe tantissimo. Ma non per una mera questione ‘individuale’, quanto per l’ennesima dimostrazione che la storia, nel calcio, ha una valenza bella e buona. Morata, per intenderci, sa come si fa. Anche abbastanza bene.

SCELTE – Dunque, Morata in avanti. Così come Zaza. E poi Rugani per Barzagli, e Neto per Buffon. Sarà una Juve rivoluzionata, ma non per questo meno pericolosa. Eccoli, gli ultimi tasselli del puzzle: nel derby proveranno a ritagliarsi un nuovo ed intrigante spazio. Chissà se ci sarà tempo di rivincite anche per Hernanes: tornato oggi tra i convocati, pronto domani per rientrare nei cuori bianconeri. In realtà, col brasiliano è presto spiegata la terza buona ragione per non snobbare la Coppa Italia: la funzione propedeutica. Prepara tutti alla guerra attraverso un’altra battaglia. Non meno importante. E forse, sotto sotto, anche più emozionante.

Cristiano Corbo

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