Una Champions matematica: la Juventus e il problema di Monty Hall

Evitare Barcellona e Bayern Monaco“. Era questo l’unico dictat imposto nella testa di ogni tifoso. Sono le 12 in punto di un freddo lunedì di dicembre. Sintonizzato sui sorteggi, calcolatrice in mano, inizio a fare due conti. Pescare una delle due significa entrare in quel range di 28, 57 % di possibilità. Una su quattro su per giù. Si può fare, direbbero in Frankestein Jr.
FASE 1 – Partiamo. C’è Zanetti. Il nervoso comincia ad incalzare. “Calmati, sono solo pare mentali, non può portare sfiga per davvero”. Prima pallina di Infantino. Gent. Senti fino a casa tua il rumore delle dita che si incrociano delle squadre di prima fascia. Tocca a Zanetti. Wolfsburg. I dirigenti sorridono. Tanto. Senti il rumore di altre teste di serie che sbattono i pugni sul tavolo. “Ecco il primo ottavo del menga”. Con la postilla dedicata a Draxler, che fino a febbraio ha fatto bene a vestire la maglia biancoverde, senza dubbio.
 
FASE 2 – Calcolatrice. Siamo scesi a 2 su 6. Intanto tocca alla Roma. Gufi come un gufo. Il Barça non può beccarlo, ma una tosta se la meritano. Zanetti prende una pallina. La blocca. Fa finta di mischiare. Real Madrid. Bene così capitano! Ottima scelta. Anche se con Benitez in panca… Resto dell’idea che non c’è nulla di scontato in questa sfida. Da rianalizzare fra due mesi, senza dubbio.
FASE 3 – Turno del Psg. Zanetti mantiene alta la tensione associando i francesi al Chelsea. E Mourinho, che voleva o Juventus o Roma, si dispera. Lo faccio anch’io, perché contro i Blues era allettante, anche se questa volta avremmo dovuto fare a meno di Quagliarella. Calcolatrice. Il City non puoi beccarlo. Restano le due maledette, il misterioso Atletico e la speranza Zenit. Siamo arrivati al 50 %. Agitazione. Fa meno freddo di 20 minuti fa. Caldo. Tensione.
FASE 4 – Arsenal. Cavoli. Che squadra i Gunners. Una che davvero non vorrei incrociare. Sarebbe bello incontrasse una delle big. Zanetti sceglie il Barcellona. Evitati gli alieni. Esulto. Tanto. Troppo. Ma non riesco a trattenermi. Sono felice di averli evitati. I più forti del mondo. Una vocina mi dice di aspettare. La zittisco. Non sono scaramantico. E la notizia è grandiosa. Riprendo la calcolatrice. Siamo al 33,3 periodico di beccare “l’altra”. Quasi 67 per Zenit e Atletico. Due su tre. Cavoli. Sembra il problema di Monty Hall (questione di probabilità che nasce da un quiz televisivo americano dove vengono mostrate al concorrente tre porte chiuse: dietro ad una si nasconde una macchina, nelle altre due una capra. Il giocatore può scegliere una delle tre porte, vincendo il premio corrispondente ma, dopo la scelta, il conduttore che conosce cosa cela la porta, rivela una capra offrendo al giocatore la possibilità di cambiare la propria scelta). Per questioni matematiche che non illustro, le possibilità di trovare la macchina si alzano a due terzi cambiando la porta selezionata. Ho solo capre in testa. Infantino ci chiama. Juventus Football Club. Inizio a ragionare con la matematica. “Ora Zanetti sceglie, e noi cambiamo, perché io so che lui sa dove sta la macchina, ma voglio le capre. E se cambiamo si alzano le probabilità delle capre”. Con le capre arrivano i cavoli. Amarissimi. C’è il Bayern. E non c’è più una calcolatrice, scaraventata a terra tra mille imprecazioni.
FASE 5 – Gli altri sorteggi mi appaiono tutti alla fine, troppo concentrato sul come e perché non siamo riusciti a prenderci quel cavolo di primo posto nel girone. Fregati dal City. Battuto due volte. Da occasioni sciupate. Dal gol di quel Nando che ti fa sempre battere il cuore. Mannaggia. Dietro i “Pellegrini”. Ma aspetta, loro chi hanno pescato vedia…NOOOOOOOOOOOOOOOOO! Inaccettabile. Guardi. Riguardi. È proprio Dynamo Kiev-Manchester City. Ci sono quattro quarti che da ignorante di calcio reputi scandalosi. Altri quattro che potrebbero essere tranquillamente delle avvincenti semifinali. E in tutto questo la mano di Zanetti. Che si vedeva lontano un miglio rideva sotto quel capello sempre perfetto.
A FREDDO – Torna il gelo. Arriva l’analisi con gli amici, con i compagni redattori, con la vecchia che abita di fronte che ti dice che andrà tutto bene mentre esci a prendere una boccata di aria ancor più fredda. “Io volevo lo Zenit” pensi verde d’invidia. Come Hulk. Quello dei fumetti però. Ripensi a quel 28,57 % di possibilità di pescare una delle due. Che, alla fine, non conta un cazzo. Lo dicevano alle superiori che la matematica nella vita alla fine serviva a poco. Sfortuna. Tanta. Magari te li giocherai al lotto quei due numeri. “Su che ruota Javier?” Analisi un po’ più profonda: se l’impresa riesce, perché di impresa si tratterebbe, i quarti possono restituire quel pizzico di fortuna mancata oggi. In quei quattro ottavi la più forte l’hai battuta già due volte, in un periodo non troppo positivo. Il Real (se passa, perché la Roma è davvero strana) fa meno paura dello scorso anno. Psg o Chelsea elimineranno una rivale ostica. Alla fine, guarda un po’, tutto si riduce ai marziani. Sempre e solo loro, il Barça, gli unici davvero da evitare. E a febbraio manca così tanto. Il mercato sarà fondamentale. Non resta che dire “senza paura”. Uber alles. E stare lontani il più a lungo possibile dalla città di Messi, Neymar e Suarez…
Luca Feole (@feoleluca)
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