Morata, una notte per riprendersi tutto: oltre alla qualificazione, c’è da riacciuffare la “sua” Juve

Il fatto è che un chewingum ripreso in bocca rischia di essere l’immagine più nitida del suo inizio di stagione. E questo, francamente, proprio non può andare giù. Signore e signori, benvenuti nell’era di Alvaro Morata: quella duepuntozero. Per intenderci: quella povera di gol, ma ricca di sfumature. All’interno, in ogni caso, troverete quindici presenze e tre reti. E poi una nuova veste tattica ancora da definire: perché una vita da ala offensiva è diversa da quella di un centravanti. Il nove bianconero lo sta capendo pian piano, e a sue spese.

CAMBIAMENTO – Tante galoppate in più, stavolta però anche all’indietro. Allegri è difatti convinto che Morata possa diventare un elemento prezioso soprattutto tatticamente: chissà, forse è proprio questo ad aver spinto il freno alla voce ‘gol’. Del resto, ritrovarsi senza certezze ha il suo prezzo. E se ogni trasformazione necessita del proprio tempo, quello dello spagnolo si sta rivelando un ‘loading’ lento e snervante, sebbene ugualmente intrigante. In sostanza? I numeri parlano chiaro: meno tentativi a rete (due di media a partita), meno marcature (lo scorso anno – con sole tre partite da titolare – era già a quota quattro). Ma tanto lavoro sporco che sfocia in una conclusione importante: Morata, alla quantità, non riesce a coadiuvare la vena da bomber.

BELLO DI NOTTE – Chiedere informazioni a Mario Mandzukic: lui, in un avvio di stagione apparentemente da buttare, ne ha infilati quattro. Uno in più di Morata, ecco. Spesso pure decisivi. Non è comunque una questione di modulo, tantomeno di posizione (da esterno alto ha segnato due dei tre gol totali): è l’ennesimo meccanismo di una Juve che non gira. Anche l’ingranaggio Morata si è inceppato, zero discussioni. E soprattutto in campionato, quando le difese sono schierate e spazi per viaggiare palla al piede non se ne trovano. La soluzione? Dategli una notte europea e cambierà la storia. Lo dicono le statistiche: la media gol in Champions (0.45) ha ormai doppiato quella di campionato (0.23).

ALVAR-C-O – La prova del nove può arrivare allora già mercoledì, quando la difesa – alquanto scricchiolante – del Manchester City dovrà comprimere l’estro di Dybala e la corsa di Cuadrado. Nel mezzo, proprio lui: fortunatamente da centravanti. E fortunatamente da puro Morata: lo stesso attaccante che ha saputo essere decisivo ben quattro volte nelle sette reti inanellate in Europa, lo stesso uomo a cui appigliarsi nelle notti da brividi che un anno fa accarezzarono il sogno. Lo stesso ragazzo che a Madrid rivorrebbero subito. Ma che qui, alla Juventus, ha trovato una storia da difendere con unghie e denti. E con gol, tanti gol.

Cristiano Corbo

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