Juve-Milan, l’analisi dell’attacco: Mandzukic corpo estraneo, Dybala è incontenibile

La Juve vince, batte il Milan e lo sorpassa in classifica, portando a casa 3 punti fondamentali in chiave “remuntada”. Allegri affronta il primo tempo con un 4-3-1-2, che vede Hernanes agire dietro Mandzukic e Dybala, per poi proporre nel secondo tempo il consolidato e vincente 3-5-2, con Bonucci che va a sostituire il Profeta ad inizio ripresa. Vittoria fondamentale, dicevamo, ma soprattutto targata: Paulo Dybala. L’argentino, di ritorno da prestazioni esaltanti con la Selecciòn, è devastante e attira su di sé tutti gli sguardi degli spettatori, bianconeri e non, siglando il sesto goal in campionato, decisivo ai fini del risultato e che lo presenta come il nuovo idolo dei tifosi.

IL GIOIELLO – Paulo è il valore aggiunto, il crack, nel primo tempo è guardingo, forse un po’ timido, ma ogni volta che la palla passa tra i suoi piedi la Juve sembra pericolosa come ai tempi dell’Apache. Nella ripresa l’argentino diventa decisivo e imprendibile per la difesa rossonera, comincia ad arretrare per prendersi il pallone e far partire l’azione proprio come il suo predecessore, è il vero regista della squadra, prima del goal, con un assist, che taglia fuori la difesa avversaria, permette ad Alex Sandro, in inserimento, di rendersi pericoloso. Al 21′ magia di Pogba, cross di Alex Sandro, Paulo stoppa di petto e con un sinistro fulmineo supera Donnarumma, regalando la gioia ai tifosi e la vittoria ai suoi. All’81’ lascia il campo, sostituito da Morata, avvolto da una standing ovation emozionante.
Alvaro, nei dieci minuti a disposizione, si sbatte e scalda i motori in vista della Champions.

FLOP – Completamente in ombra il croato Mandzukic. Mario arrivato in estate, per dare sostanza e cattiveria al reparto, è, ancora volta, un corpo estraneo, inconcludente e impalpabile. Il croato dopo aver conquistato l’Europa a suon di goal e di grintose prestazioni a Torino si è smarrito. Il centravanti non riesce a rendersi pericoloso, non riesce a proporsi, a trovare spazio, e nemmeno a proteggere palla e far salire la squadra. Forse i palloni giocabili sono pochi ma lui è troppa poca roba. Nel finale divora un goal che riassume in pieno la sua prestazione.

Carlo Iacono

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