Italia-Romania, le pagelle degli azzurri: Marchisio firma, ma che El Shaarawy!

Beffa finale: la Romania aggancia il pareggio con Andone. Ma l’Italia può ritenersi – a suo modo – soddisfatta. Del lavoro di El Shaarawy e Florenzi, ad esempio. E poi di qualche movimento difensivo ritrovato. Alla fine? Solo un grosso in bocca al lupo a Manolo Gabbiadini: oggi aveva segnato il primo gol in azzurro, il dio del calcio gliel’ha resa più amara di quanto meritasse.

Ecco le pagelle.

BUFFON 6 – Parate effettuate: una. Pure bella, e chiedete anche a Torje per conferma. Un dato: undici gol subiti in dieci partite disputate. Oggi non poteva nulla, altre volte invece…
SIRIGU 6 – Un’incertezza, una grande parata ed un’altra incertezza: il tutto in un unico tentativo rumeno.

DARMIAN 5.5 – Erroraccio sul gol subito. Buona presenza in fase offensiva.

BARZAGLI 6 – Concorso di colpa con Darmian sul gol subito.

BONUCCI 6 – Né carne, né pesce. Ma non commette errori.

CHIELLINI 6.5 – Ottantaduesima presenza, staccati Baresi e Bergomi. Ecco: e lui gioca pure bene, nonostante la veste di terzino. Ottimo in entrambe le fasi.

FLORENZI 7 – Salta la Romania come birilli. Ed è una spina nel fianco dolorosissima per gli ospiti. Ad avercene, di questi Florenzi.

MARCHISIO 6.5 – Impalpabile. Poi fa il gol e l’assist decisivo. Se impostasse prima la sveglia…

SORIANO 5.5 –Aveva un’occasione d’oro: non l’ha sfruttata al massimo, ecco.

EL SHAARAWY 7 – Chissà se Galliani ha dato uno sguardo a questo Stephan: pimpante, voglioso, inafferrabile. E forte, tanto forte.
CANDREVA s.v. – Si fa vedere, ma il tempo è poco per incidere.

EDER 5.5 –Caparbio nel conquistarsi il rigore, testardo nel finire sempre in fuorigioco.
GABBIADINI 6.5 –Parte dalla panchina, poi segna. Sembra un deja-vu: col Napoli non fa altro. Quanto fa male quell’immagine finale: in bocca al lupo, Manolo!

PELLE’ 5.5 – Qualche sponda, tanto gioco per la squadra: non è impeccabile. Anzi.
OKAKA 6 – Ha voglia e si vede. Lotta e ricuce. Vuole esserci.

CONTE 6 – Valga quel che vale: l’importante è aver avuto le risposte da chi di dovere. E le ha avute, Conte. Eccome.

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