Questione di Principio… Paolino: “Ho dubbi sul terzo posto. Mercato strampalato, il problema è l’organico”

Ritorna l’esclusivo appuntamento targato SpazioJ.it con il noto scrittore e giornalista di fede bianconera, Principio Paolino, che si concede ai nostri microfoni per una chiacchierata sulle vicende calcistiche juventine.

La qualificazione in Champions è vicina, il derby vinto potrà dare nuova linfa. Pensi che, finalmente, la Juve sia sulla strada giusta per uscire da questa crisi?

Purtroppo no. Infliggere una beffa atroce ai cuginetti è sempre una goduria e ogni tifoso sogna di vincere il derby all’ultimo secondo, ma la prestazione è stata ancora una volta indecente. Si sperava che il rocambolesco successo potesse quantomeno incidere positivamente sul morale della truppa, ma in Germania la sinfonia della Champions non ha cambiato la musica, peraltro contro un avversario modestissimo, a cui abbiamo gentilmente concesso gli unici due punti che ha in classifica. Già in undici contro undici si è vista la solita manovra lenta, prevedibile e farraginosa; poi ci siamo un po’ risvegliati dal torpore tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, quindi è arrivata l’espulsione di Hernanes, tutt’altro che profetica. Anche se in inferiorità numerica, mi aspettavo che si cercasse ugualmente la vittoria, visto lo scarso valore di chi avevamo di fronte. Invece un pullman così ben disposto a protezione di Buffon non lo vedevo dai tempi di Zoff allenatore, che comunque fece i miracoli con il materiale che aveva a disposizione. Insomma, è dall’inizio dell’anno che attendiamo la svolta, ma ciò avrebbe senso se il problema fosse solo mentale. Invece il problema è strutturale, per cui mi aspetto alti e bassi per tutta la stagione. E nutro dei serissimi dubbi perfino sul terzo posto in campionato. Speriamo almeno di evitare la punizione divina dell’Europa League, per fortuna ci sta tenendo a galla la vittoria casuale contro il City, peraltro senza Agüero per quasi tutta la gara.

Uno dei grandi assenti di questa prima parte di stagione, senza dubbio, è stato Paul Pogba. Il francese, spesso più dannoso che utile, sta facendo vedere di nuovo di che pasta è fatto. Qual è il prossimo step da fare per consacrarsi una volta per tutte?

A parte Buffon e il trio difensivo, che costituiscono una delle migliori retroguardie del mondo, se non la migliore in assoluto, Paul Pogba è l’unico fuoriclasse che abbiamo. Inizialmente il francese ha sottovalutato il peso della dieci e la responsabilità lo ha schiacciato. Forse però ora ha capito che non deve strafare a tutti i costi, che non deve fare tutto lui, che non deve cercare la grande giocata a ogni pallone che tocca. Di qui in avanti, più scenderà in campo con lucidità e più la squadra ne trarrà beneficio. Comunque non dev’essere facile alzare la testa e non vedere nessuno con cui fare uno scambio… Il problema, insomma, non è Pogba, quanto piuttosto quelli che gli giocano attorno.

Secondo alcuni, Massimiliano Allegri, osannato dopo la finale di Champions, è ora in confusione. Cosa c’è, secondo te, dietro le mancate certezze tattiche? E rintracci segni di confusione nel comportamento del mister?

La confusione di Allegri è figlia di un mercato strampalato. L’anno scorso la sua Juventus ha raggiunto dei livelli di gioco altissimi, eccezionali, forse irripetibili. E il tecnico livornese ha dato una dimensione internazionale a tutto l’ambiente. Il fatto è che ognuno di noi è portato per fare qualcosa, quindi in un contesto si trova a suo agio mentre in un altro affonda. Allegri ha dimostrato di essere bravissimo nel migliorare un meccanismo che già funziona, mentre lo è un po’ meno quando si tratta di ricostruire da zero. Tutto qui. Comunque sia, credo che Cuadrado non vada mai escluso dalla formazione titolare, è ancora indisciplinato e litiga con la porta, ma salta quasi sempre l’uomo e può aiutare Pogba a non predicare nel deserto.

A livello di organico, manca qualcosa? Oppure, i motivi delle difficoltà che sta incontrando la Signora vanno rintracciati in altro?

Certo, il problema è l’organico. Il centrocampo è troppo leggero, per di più Khedira ha dimostrato di possedere un notevole cranio calcistico, garantisce fisicità ed è pressoché imprescindibile, ma ha le zampine di velluto. E poi c’è il dramma dell’attacco. Per come la vedo io, in una grande squadra Morata dovrebbe essere la prima alternativa in panchina, invece da noi è l’unica certezza. Ogni tanto sfodera il colpo del campione ma spesso si incaponisce con la testa bassa fino a che il campo finisce. Mandzukic ha bisogno di essere al cento per cento viste le sue caratteristiche e adesso non lo è, ha grande esperienza internazionale ma ora come ora è un palo della luce ancor più di Llorente, che almeno ogni tanto si accendeva. Inoltre, tutti mi dicono che Dybala diventerà un fenomeno, dobbiamo solo aspettare, io intanto per l’attesa sto pensando di comprare un divano più comodo. Nel recente passato, mi è spesso capitato di paragonarlo a Giovinco e per questo mi scuso. Sì, mi scuso con Giovinco. Ah, già, e poi c’è Zaza. Uno a cui mancano perfino i fondamentali. Più in generale, credo che la squadra vicecampione d’Europa, al netto delle partenze già programmate e quindi da metabolizzare, non avesse bisogno di una rivoluzione. Un altro problema è che, oltre a tre fenomeni, la Juve ha perso dei giocatori da spogliatoio, come Storari, Pepe e lo stesso Llorente.

A quanto sembra, Marotta sta lavorando per portare Lavezzi in bianconero. Pensi sia una buona soluzione?

Beh, ci vuole davvero poco per migliorare il nostro reparto offensivo. Lavezzi può essere un utile tassello, a Napoli ha fatto delle grandi cose ma nel suo curriculum c’è anche l’involuzione parigina, in ogni caso non potrà essere da solo il salvatore della patria. Per il mercato futuro, visto che sono stati spesi cento milioni per avere gli stessi punti del Toro, consiglio di togliere i soldi a Marotta: se la cava meglio con l’ingegno che con il portafoglio. Del resto i migliori innesti dell’ultima campagna acquisti sono stati Khedira, a parametro zero, e Cuadrado, arrivato in prestito.

In conclusione, cosa ti senti di dire circa le recenti anticipazioni del libro di Antonio Conte?

Non sapevo che il responsabile della comunicazione, tale Claudio Albanese, avesse un peso così influente all’interno della società, sono molto sorpreso. E poi, ognuno ha le proprie idee. Per esempio, Conte ha il diritto di pensare che qualcuno possa remare contro, ma per esempio a noi juventini non è piaciuto il modo con cui ha aggirato la domanda sugli scudetti, eppure era entrato a far parte della nuova realtà federale da trentadue secondi. Per il resto, le divergenze di opinioni, gli attriti e i dissapori fanno parte di ogni posto di lavoro, soprattutto dopo una lunga frequentazione. Ma la Juventus non è un posto di lavoro qualunque: c’è chi ha lottato, c’è chi ha difeso con orgoglio il proprio amore per i colori bianconeri, c’è chi ha fatto la B, c’è chi ha fatto di tutto per riportare a casa sana a salva la Vecchia Signora piena di acciacchi. Già, un vero cavaliere non lascia mai la sua Signora.

Felice Lanzaro (@FeliceLanzaro)

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