Un tema in bianco e nero – I soldi non fanno la felicità

La squadra che ha dominato l’Italia in lungo e largo nello scorso quadriennio è stata allestita con grande perizia, ma altrettanta oculatezza. Al nucleo storico dei campioni del mondo e dei rientranti dall’inferno della B, erano stati aggiunti giocatori, molti a costo zero, che hanno dato seguito e addirittura rafforzato la squadra degli esordi di Antonio Conte.

Non è costato nulla Paul Pogba, che sotto la guida di Andrea Pirlo, regalo grazioso del Milan, è diventato un pezzo pregiato del calcio Europeo. Per non parlare di Fernando Llorente, un altro parametro zero, che con Tevez acquistato sotto costo ha costituito una coppia di quelle da storia bianconera. Non è stata certamente una conseguenza dei soldi spesi, il ciclo vincente bianconero. Per costruirne un altro occorreva comunque investire, forti anche del tesoretto proveniente dalla Champions, e la Juve l’ha fatto. Una campagna acquisti a sei cifre seguite da sei zeri però non ha comprato la felicità per i tifosi bianconeri.

I giovani arrivati a Torino a suon di milioni sembrano garantire delle ottime prospettive, ma il presente ancora langue. Se nel turno domenicale con l’Atalanta avevamo visto la più bella Juve della stagione, dopo quella di Juve – Siviglia, sono bastati tre giorni per far precipitare i giovani e i vecchi della Juve nelle nebbie di un gioco mai trovato fino in fondo. Da brividi le dichiarazioni di due grandi campioni come Buffon ed Evra neanche troppo velatamente rivolte a chi, al contrario di loro due, coppe al cielo non ne ha ancora alzate.

Il nervosismo ingiustificato (esempio chiaro l’ammonizione di Chiellini dopo 4 minuti), gli errori tecnici e la mancanza assoluta di idee l’hanno fatta da padrona e la sconfitta è sembrata (soprattutto dopo il primo tempo) solo la logica conseguenza. Il turnover (o i tentennamenti) di Allegri questa volta lasciano ancora più perplessi. In una squadra già priva di Marchisio, lasciar fuori Khedira è sembrato un lusso che la Juve odierna non si può permettere.

Anche la rotazione continua fra gli attaccanti ormai non sembra più comprensibile, nonostante la Champions incombente. Mandzukic sembra fuori dagli schemi di Allegri (non è così che è stato ridotto Llorente a comprimario?) e allora non si capisce la rinuncia per gran parte di gara a Morata. Cuadrado impone lo schema a tre attaccanti, almeno quando non è costretto a rifiatare. E allora il trequartista come lo usiamo? Pereyra mi sembra sempre il migliore per quel ruolo. Certamente più decisivo dell’altro nuovo acquisto, incomprensibile quanto costoso, Hernanes. Quello che aveva scelto l’Inter perché non è mai andata in serie B. Allegri sostiene che sia meglio non guardare la classifica fino a Natale. Io modestamente sostengo che è invece il caso di guardarla bene: dopo un quarto di campionato siamo all’undicesimo posto a pari punti col Chievo. Il momento delle scelte decisive è arrivato.

Salvatore Arpaia

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