Le voci della Nord – il muro di Mönchengladbach

Lo 0-0 di san Siro contro l’Inter ha lasciato negli occhi dei tifosi due sentimenti opposti. In un certo senso la consapevolezza che il peggio è passato, perché abbiamo finalmente ritrovato una identità di squadra e una certa solidità difensiva; allo stesso tempo persino un po’ di rammarico, perché con il buon secondo tempo disputato portare a casa i tre punti non sarebbe stato proibitivo, ma ci siamo fermati al palo di Khedira. E quindi ecco che l’avvicinamento allo Stadium è ricco di speranze e di qualche frecciatina proprio nei confronti dei nerazzurri e dei loro cugini milanisti: “Pur di giocare di mercoledì le milanesi si sono inventati il Berlusconi a ottobre” è quello che riassume meglio il concetto. In effetti lo abbiamo pensato tutti, questo “derby dell’Expo” sembra davvero un brodino per i tifosi.

Ma noi vogliamo vedere la Juve, e l’inizio è una sorpresa. Arriva il Borussia Mönchengladbach (ci abbiamo messo giori prima di riuscire a pronunciarlo, figuratevi a scriverlo!), con oltre 2000 tifosi che tedeschi riempiono non solo il settore ospiti ma anche uno spicchio di Tribuna Est adiacente, e fanno tanto tanto tanto rumore. Sono davvero belli da vedere, cantano e saltano e urlano forte. Il tempo per farci venire qualche brivido per la meravigliosa coreografia della Sud che ci riporta alla memoria i “ragazzi del D’Azeglio” che sulla panchina di corso re Umberto fondarono la Vecchia Signora, il tutto accompagnato dalle note della Champions Leauge, e si comincia. Si deve vincere, si vuole vincere, c’è la possibilità di dare la spallata quasi definitiva al girone, andare a 9 punti vorrebbe dire chiudere o quasi la pratica qualificazione. C’è Sandro al posto di Evra, e finalmente anche oggi la mediana titolare con Khedira, Marchisio e Pogba. Davanti l’irrinunciabile Morata e il rientrante Mandzukic. Teniamo bene la palla, la facciamo girare, c’è tanta voglia. Il modulo è un ibrido, e lo si vede, passa dal 4-3-3 al 3-5-2 a seconda che la Juve difenda o attacchi, Morata si sbatte su tutti i palloni, e sentiamo più di un tifoso esprimere il nostro stesso pensiero: sì, è il lavoro che l’anno scorso faceva Tevez. Un lavoro oscuro, faticoso e dispendioso, ma che aiuta tanto la squadra e può portare frutti pregiati, come quando verso la metà del tempo Alvaro riesce a rubare palla a Dominguez e a involarsi verso la porta dei tedeschi. Il difensore lo atterra come può e ci starebbe probabilmente il rosso che avrebbe potuto cambiare la partita, invece sarà solo giallo. Peccato, ma una bella dimostrazione che il lavoro dell’iberico paga. Khedira mette tanto ordine, si vede che è di altra categoria, Pogba continua a pasticciare qualcosa, Marchisio riporta geometrie mentre Cuadrado è sottotono e non salta quasi mai il diretto avversario. Ne esce un primo tempo dove la Juve sta praticamente sempre nella metà campo avversaria, prova qualche conclusione pericolosa con Morata e Pogba, ma non c’entra quasi mai lo specchio della porta. La pazienza dei tifosi non è proverbiale e nell’intervallo montano i primi mugugni. Il secondo tempo è simile al primo, con gli spazi tutti chiusi da un Borussia stranamente arrendevole che ha deciso evidentemente di abbandonare qualunque velleità offensiva e quelle poche volte che compaiono in avanti Barzagli la fa da padrone e tira fuori l’ennesima prestazione da fenomeno vero. Centrale, interno o terzino, Andrea è giocatore totale in grado anche, ormai, di far ripartire l’azione in velocità, magari palla al piede galoppando sulla fascia. Lo fa più lui a 34 anni che Sandro dall’altra parte. A proposito, aspettiamo fiduciosi che ci mostri il perché di ben 26 milioni messi sul piatto per lui. Purtroppo, seppur senza che mai il Borussia arrivi nemmeno al tiro, noi continuiamo a mancare di pericolosità. Due bei tiri di Pogba, di cui uno su punizione, forse un rigore non concesso su Mandzukic imbeccato benissimo da Khedira sotto di noi (sembrava netto dalla curva) e davvero poco altro degno di nota. La partita si spegne così, con gli ingressi di Pereyra che vivacizza come sempre l’azione al posto di Cuadrado, e poi Zaza e Dybala che però non riescono a mettere la firma sulla partita.

Finisce 0-0 e i rimpianti sono più di quelli di domenica sera. Perché la palla era sempre nostra, perché non hanno mai superato la metà campo, perché erano ultimi in classifica a 0 punti e non abbiamo sfruttato l’occasione. Ma le cose buone si sono viste, abbiamo difeso molto bene di squadra, cosa che è mancata nelle prime uscite Un mese fa questa partita la avremmo persa, adesso almeno abbiamo delle fondamenta un po’ più solide. Siamo passati dalle molte occasioni create, pochi gol fatti e molti subiti in proporzione a quanto concesso a una sterilità offensiva forse preoccupante sul breve ma compensata da una bella fase difensiva che dà e darà molte più sicurezze. In un certo senso, abbiamo sistemato le fondamenta e Khedira e Marchisio hanno un gran peso in tutto questo; da adesso in avanti possiamo costruirci su.

 

Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)

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