Juve, un’ Inter-rogativo non risolto

La “matrigna” di tutte le partite ha consegnato all’ onor del mondo calcistico la versione di Juventus più credibile vista in questo primo scorcio di campionato.

La lunga e tormentata ricerca dell’ identità smarrita non si è certamente conclusa sul prato del P. Meazza, ma i bianconeri hanno comunque destato l’ impressione di aver riesumato, almeno parzialmente, alcune caratteristiche peculiari del loro recente passato, cioè: solidità e compattezza.

Quanto merito ascrivere all’ impegno di cartello, piuttosto che all’ aver schierato per la prima volta in stagione il centrocampo pensato in estate, sarà presto oggetto di verifica.

I sintomi di miglioramento, tuttavia, non debbono indurre spericolati voli pindarici, giacché la guarigione non è dietro l’ angolo. La squadra è apparsa abbastanza lenta, poco famelica ( Marchisio dixit ) e troppo dipendente dalla buona vena di Cuadrado, uno che finalizzatore non è mai stato, né mai sarà.

Che il tecnico livornese aborrisca gli schemi offensivi e prediliga delegarne lo sviluppo ai talenti di cui dispone non è una novità, ma a prescindere dall’ opinabilità della scelta, questa avrebbe un senso disponendo di risolutori come Ibrahimović o Tévez, in loro assenza sarebbe preferibile giovarsi di uno spartito affidabile.

All’ uopo, è necessario che pure la corsia mancina concorra fattivamente alla manovra offensiva. Le piaghe da decubito che A. Sandro ha cumulato in panchina meriterebbero di essere alleviate e, con esse, anche l’ obbligo del “polpo” Paul di far da badante al connazionale anziano.

Il delfino di Francia dev’ essere libero di poter frequentare più assiduamente le zolle centrali, quelle ov’ era devastante anche in virtù di una mente meno ingombra e dove può fare la differenza, con una giocata o, soprattutto, con un goal.

La renitenza alla rete dei Campioni uscenti è infatti allarmante. Steso un pietoso sudario sulla gestione delle palle inattive, rimangono scoperte le sesquipedali difficoltà nel collocare tiri all’ interno del perimetro di porta, circostanza peraltro non così sorprendente per attaccanti mai esageratamente prolifici.

Proprio in forza di tale stitichezza, nonostante una soireé meneghina anche discreta, Madama ha ulteriormente perso terreno dalle rivali più accreditate e persiste una posizione in graduatoria umiliante e vergognosa che stende ombre inquietanti anche sulla possibilità di partecipare alla prossima edizione della Uefa Champions League.

Poiché pensare di accedervi in qualità di detentori implicherebbe, oggi, un esecrabile esercizio di follia allo stato puro, possiamo solo auspicare che la Juventus sappia approfittare del piccolo trotto che si registra ai vertici del torneo domestico e coniughi i suoi progressi ad un filotto di risultati tali da consentirle il riavvicinamento ai livelli più sportivamente remunerativi.

L’ immediatezza propone invece la ghiotta occasione di ipotecare l’ accesso agli ottavi di finale del trofeo più ambito e, quindi, di poter convogliare superiore attenzione alle faccende di casa. Per capitalizzarla al meglio sarà opportuno non sottovalutare il Borussia Mönchengladbach, fanalino di coda del girone che dopo il cambio d’ allenatore sta riscattando un disastroso inizio di Bundesliga.

I teutonici dovranno presumibilmente rinunciare a due elementi fondamentali come Nico Schulz e Granit Xhaka ( la ruota gira… ) e non possono permettersi un’ altra battuta d’ arresto, quindi saranno costretti ad osare ed a concedere quegli spazi che la Vecchia Signora tanto anela e che dovrà sfruttare al meglio per arrampicarsi a quota nove, la stessa occupata nel Palio dei campanili, ma in una collocazione ben diversa…

Ezio MALETTO ( Twitter @EzioMaletto )

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