La storia di Përparim Hetemaj: “Il gol alla Juve mi ha reso veramente felice”

Una notte da ricordare, quella del 12 settembre 2015, per Hetemaj. Il centrocampista gialloblù è stato l’autore del gol contro la Juventus nella sfida casalinga contro il Chievo, gara conclusasi con un pareggio solo negli ultimissimi minuti grazie al rigore segnato da Dybala. Il finlandese ha dunque regalato un punto prezioso alla propria squadra, rivelando la sua grande gioia in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport nella quale ha anche raccontato gli inizi della propria carriera.

IL SOGNO – “Avevo un desiderio prima di tutti: fare il calciatore professionista. Volevo questo da bambino. Io e mio fratello Mehmet guardavamo tanto calcio in tv, giocavamo sempre, anche con gli amici al campetto. E alla scuola calcio ci portava mamma o altri genitori. Ce l’abbiamo fatta. L’infanzia è stata difficile. Mio padre prima fu operato in Croazia. Poi andammo in Finlandia. La guerra l’abbiamo sfiorata, ma non l’abbiamo vissuta. Papà era già malato e non lavorava più. Andammo a Olou, un anno in un centro di accoglienza. Poi Helsinki dove c’erano strutture più all’avanguardia per curare papà che è morto nel 2010, a soli 54 anni”.

IL GOL ALLA JUVE –  “I risultati arrivano perché giochiamo bene e lavoriamo bene, qui si sta tranquilli, ma non esaltiamoci. La salvezza sempre prima di tutto. Sabato, dopo il gol alla Juve, ho provato una grande felicità. Poi però ho pensato che dovevamo fare risultato. Ho segnato un gol simile, ma su punizione, in Nazionale, contro l’Irlanda del Nord. Tuttavia non ho un gran tiro. La maglia? Non ho fatto cambi sabato sera, me la tengo”.

GLI INIZI – “Mi ha voluto Iachini. Ma ero in giro già da un po’. Sono andato via dalla Finlandia a 19 anni. Mi voleva l’Udinese, ma col club scegliemmo l’Aek Atene perché faceva la Champions. In due mesi conquistai il posto e giocai anche contro il Milan. Cyril Thereau? Siamo fratelli, è uno che cerca di aiutarti sempre. Una gran persona. Io, però, ho meno tatuaggi di lui e vesto meglio. In allenamento lo menavo. Mi manca”.

VERSO L’INTER – “Salihamidzic o Gattuso? Metà e metà. Sono una mezzala, sono uno da box to box, gioco meglio a destra, ma va bene tutto. Quando ero piccolo tifavo per l’Arsenal. Forse un altro sogno può essere la Premier. In Italia ci sono già da 6 anni. Ma ho un contratto col Chievo fino al 2018 e a Verona sto bene. L’Inter è una grande squadra, che dimostra di star bene, ha un buon collettivo e Kondogbia, che ho seguito in Champions, è bravo. Ma noi cercheremo di confermare il nostro buon momento”.

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