Ravanelli elogia la Juve: “Squadra vera”. E designa il suo erede

Ci sono dei giocatori che per determinazione, grinta e attributi rimarranno sempre nei cuori dei tifosi. E uno di questi è sicuramente Fabrizio ‘Penna Bianca’ Ravanelli. Un calciatore che ha dato tanto ai colori bianconeri, e che è stato uno degli ultimi ad alzare la coppa dalle grandi orecchie, obiettivo principale della Juve di quest’anno. E dopo l’impresa con il Barcellona, anche Ravanelli ha deciso di parlare della sua amata Vecchia Signora, elogiandone le imprese.

“JUVE SQUADRA DI UOMINI”

Ascoltato da La Gazzetta dello Sport, Ravanelli ha parlato della Juve con grande ammirazione e rispetto: Grande Juve, grandissima, contro una squadra che voleva vincere a tutti i costi. Ma i ragazzi di Allegri hanno solidità, carattere, determinazione: quel qualcosa che ti porta a correre per il compagno e ti fa sopravvivere a serate così. È scritto nel Dna di questo club e si tramanda con le generazioni. Mai visto così in difficoltà nel creare palle­ gol, neanche nelle serata in cui magari andava tutto storto. Più che un demerito loro, è merito di un Allegri perfetto: due partite senza subire gol dal Barcellona è una cosa davvero enorme”.

L’EREDE

Ravanelli non aveva un talento incredibile. Ha costruito la sua carriera per il suo grande spirito di sacrificio, e per questo è stato amato. Ricordando le sue imprese, Ravanelli ha designato un giocatore che, per caratteristiche, potrebbe diventare il suo erede. Stiamo parlando di Mario Mandzukic che, quest’anno, si è sacrificato a ruolo di fascia nonostante le sue caratteristiche siano più offensive. E allora ecco l’incoronazione di Ravanelli:I difensori non fanno passare uno spillo, ma i quattro di attacco aggrediscono e accorciano per primi: è dispendioso, ma efficace. Il Ravanelli lo fa Mandzukic, un giocatore fantastico, da libro cuore, un idolo a casa mia”.

MAX UN GRANDE

Infine, Ravanelli ha parlato del condottiero della nuova Juventus, Max Allegri: Sa leggere come Lippi i momenti della partita, ma come lui non rinuncia al coraggio: il nuovo assetto che sembrava troppo spregiudicato è stato usato anche al Camp Nou, Lippi nella finale di Roma se l’è giocata con le tre punte. Insomma, non hanno paura: adesso sotto per prendersi il sesto scudetto di fila, che vuol dire leggenda, e un’altra Coppa Italia”.

Parole di una bandiera, di un leader, di un operaio che darebbe tutto per la sua Juve. La speranza dei tifosi bianconeri è che le sue parole siano profetiche…

Simone Calabrese

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