Dopo la partita con l’Al Ain Timothy Weah ha commentato l’incontro con il presidente degli USA Donald Trump che ha visto protagonista la Juve
Non c’è stato solo il brillante esordio al Mondiale per Club per la Juve nella giornata di ieri. Nelle ore precedenti al match contro l’Al Ain hanno fatto il giro del mondo le immagini dell’incontro avuto dal club bianconero con il presidente degli USA Donald Trump, nello Studio Ovale della Casa Bianca.
Nella circostanza ha particolarmente sorpreso il fatto che il numero 1 degli Stati Uniti d’America, proprio con i giocatori della Vecchia Signora alle sue spalle, abbia affrontato temi politici delicati come quello riguardante il conflitto in atto tra Israele e Iran.
Weah molto critico sul discorso di Trump in presenza della Juve
Sulla questione, nel post-partita del match contro l’Al Ain, è intervenuto Timothy Weah, uno dei rappresentanti del gruppo squadra della Juve all’incontro con Trump insieme al connazionale McKennie, Gatti, Locatelli, Koopmeiners e Vlahovic. Ai microfoni del The Athletic l’esterno americano ha fatto intendere come non abbia apprezzato più di tanto la situazione: “Ci hanno detto che dovevamo andare, non ho avuto scelta. Non parlo di politica e non è stato divertente”.

L’ex Lille, ieri subentrato a Cambiaso nel corso della ripresa, ha anche preso le distanze dal discorso politico affrontato da Donald Trump. “È stato un po’ strano e mi ha sorpreso quando ha iniziato a parlare di politica, dell’Iran e del resto. Io voglio solo giocare a calcio“, ha dichiarato il numero 22 della Juve.
Cosa ha detto Trump durante la visita della Juve alla Casa Bianca
Durante la visita della Juve alla Casa Bianca, in particolare, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha infatti affrontato varie questioni politiche. Oltre a soffermarsi sul conflitto tra Israele e Iran, ha tirato in ballo la questione dell’immigrazione dichiarando: “La gente arriva, ma deve farlo legalmente. Come questi ragazzi dietro di me. Devono venire legalmente. Se vengono legalmente li vogliamo. Devono dire di amare l’America, di amare il nostro Paese. E se non possono dirlo, non li vogliamo”.

Non solo perché Trump ha fatto anche una battuta sulla presenza delle donne nella squadra maschile, sentendosi rispondere in maniera diplomatica da Comolli: “Abbiamo un’ottima squadra femminile, molto forte comunque”. Tutta una serie di battute che ha dunque messo in imbarazzo Timothy Weah, che con grande coraggio e onestà non ha nascosto il suo disappunto. Di certo la sua uscita è destinata a far discutere, soprattutto negli Stati Uniti, proprio perché l’esterno è di nazionalità americana.