Thiago Motta, arriva la rivoluzione fredda: sono 9 gli episodi che mettono sulla graticola il tecnico bianconero
La situazione in classifica è deficitaria, il momento è problematico e le sconfitte in serie non aiutano di certo. La Juventus non sta certo vivendo il suo miglior momento, con Thiago Motta che è il principale indagato del momento negativo. Il tecnico è stato messo alla sbarra: ciò nonostante, seppur sulla graticola al momento non rischia l’esonero.
Di certo, però, saranno decisive le prossime gare, in primis quella contro il Genoa. Sono nove i capi di imputazione nei confronti del tecnico per quanto visto finora. Vediamo quali sono.
Il rapporto con Vlahovic, i casi Gatti e Cambiaso
I rapporti con Vlahovic non sono mai stati idilliaci ma si sono incrinati dopo la frecciata del bomber dal ritiro della Nazionale. Il serbo spiega che ha meno compiti difensivi con la sua selezione e Motta non la prende bene. In Arabia Saudita viene ripreso dall’allenatore e risponde. Di fatto la goccia che fa traboccare il vaso, perché da quel momento Dusan finisce ai margini, anche perché arriva Kolo Muani e diventa titolare indiscusso.

Con Gatti il rapporto si incrina per il “caso fascia”. Designato capitano per le sue qualità personali e carismatiche, la fascia passa poi di braccio in braccio fino a Locatelli, l’attuale capitano designato. E Gatti? Non la avrà più al braccio.
Con Cambiaso tutto ruota attorno al problema alla caviglia. Il terzino fatica a recuperare, impiega più tempo del previsto ed è un aspetto non gradito da Motta che glielo sottolinea senza mezzi termini.
Le incomprensioni con Douglas Luiz e Danilo, Fagioli da titolare alla cessione
Altro problema per Motta è il rapporto con Douglas Luiz. Il centrocampista è subito messo ai margini, il tecnico lo pungola ma lui si intristisce, lamentando incomprensioni con l’allenatore. E come se non bastasse, arrivano gli infortuni a raffica che lo limitano fino a farlo diventare un comprimario.

Danilo finisce fuori rosa, invece, da capitano. Al suo arrivo, Motta gli toglie la fascia e lo lascia ai margini. Il brasiliano però si comporta da leader ed è lui a parlare con l’allenatore ai primi problemi con la rosa. Risultato? Addio a gennaio.
Diversa la parabola di Fagioli che inizialmente viene utilizzato con costanza tanto da diventare quasi imprescindibile. Poi, però, nonostante prestazioni buone, perde il suo posto in squadra fino alla cessione alla Fiorentina a gennaio. E domenica, in maglia viola, è decisivo con due assist nella vittoria contro i bianconeri.
Perin, Yildiz ed i cambi di formazione
Problema simile anche per Perin che inizialmente è utilizzato come semi-titolare accanto a Di Gregorio, con il tecnico che punta sulle rotazioni continue. Poi, però, viene man mano relegato ai margini fino a fungere da 12mo costante.
Non convince anche la gestione di Yildiz, titolare contro l’Atalanta nonostante il virus intestinale che l’ha debilitato in settimana ed autore di una prova incolore, tanto da essere sostituito al 45′. Contro la Fiorentina, invece, panchina per 90′.
L’ultimo capo d’accusa è sulle 39 formazioni diverse in 42 gare ufficiali. Certo, pesano i continui infortuni dei titolari, ma pesano anche i continui cambi di ruoli dei calciatori. Koopmeiners, alla prima stagione in bianconero, ha fin qui giocato trequartista, mediano, mezzala, ma anche falso nove ed esterno offensivo. Weah, inquadrato come esterno offensivo, viene relegato al ruolo di terzino. McKennie è un altro esempio: da fuori rosa a trequartista, da esterno offensivo a terzino nella linea a quattro.