L’ex portiere di Juventus e Paris Saint Germain Gianluigi Buffon si racconta in un’intervista tra passato, presente e futuro del calcio

Gianluigi Buffon ha parlato a 360 gradi durante la presentazione del suo libro Cadere e Rialzarsi, alle OGR di Torino. Intervistato da Claudio Zuliani, l’ex portiere ha toccato vari temi, dalla sua carriera alle attuali prospettive della Juventus.
“Se ho mai pensato di essere il portiere più forte della storia del calcio? No, non me lo dico mai e non mi piace pensarlo. Ho avuto tanti colleghi di altissimo livello, quindi sarebbe presuntuoso. Sicuramente ho fatto qualcosa di importante nella storia del ruolo, ma mi fermo qui.”
Nel suo libro non ha parlato male di nessuno. “Esatto, è stata la mia prima richiesta a Mondadori: nessun veleno. Non mi appartiene. Mi piace stare bene con la gente e creare empatia. Se con qualcuno non è scattato il feeling, ho sempre pensato che fosse colpa mia. La prima cosa che una persona deve fare è autocritica.”
Cardiff, mito o realtà? La rivelazione del portiere
Sulle voci di una lite nello spogliatoio a Cardiff: “Sono solo pettegolezzi. Dopo certe sconfitte serve dare una spiegazione ai tifosi frustrati, e allora nascono queste storie. La verità? Abbiamo speso tanto nel primo tempo per restare al loro livello e nel secondo siamo crollati. Questo è il mio punto di vista da chi era in campo.”
Nello spogliatoio non succede mai nulla? “A volte ci possono essere confronti, ma il nostro spogliatoio era granitico. Ci conoscevamo da anni, qualche parola può volare, ma è solo un confronto.”

“Antonio Conte ha rivoluzionato il calcio italiano, soprattutto nella costruzione dal basso. Noi siamo stati i primi a praticarla. Ricordi l’errore contro il Lecce? . Ero così ossessionato dall’idea di non calciare lungo che a volte avrei voluto che il pallone esplodesse. Ma se vuoi insegnare un metodo, devi insistere, anche a costo di pagare qualche errore.”
Buffon ha vissuto epoche diverse alla Juve: “Una dirigenza brava deve leggere la parabola della squadra e, quando serve, cambiare allenatore, giocatori e staff. È essenziale per restare competitivi.”
Buffon, il commento su Thiago Motta e Koopmeiners
“La Juve è all’inizio di un nuovo progetto e percorso. Thiago Motta mi piace molto: ha giocato in grandi squadre e questo lo aiuterà. Il suo stile di gioco, però, può essere penalizzato dalla necessità di giocare ogni tre giorni.”
Ma la Juventus deve sempre vincere… “Giocare bene aiuta a vincere, ma alla Juve è difficile conciliare tutto. Con poco tempo per allenare il bel gioco e con la pressione di quattro anni senza successi, bisogna trovare un equilibrio. Se avesse vinto lo Scudetto lo scorso anno, ora potrebbe prendersi più tempo per costruire. Ma questo è il quinto anno senza vittorie, e il tempo passa.”
Sullo Scudetto di Trieste: “Apoteosi. La mia più grande gioia con la Juve, più delle finali perse. Vincere con Conte ha chiuso un cerchio: restare in Serie B senza poi vincere sarebbe stato senza senso. È stata una soddisfazione immensa, perché abbiamo dimostrato orgoglio, determinazione e ferocia sportiva.”
I tifosi devono aspettare Koopmeiners? “Certo, ma dovete dirlo voi che comunicate con loro. A volte basta una scintilla per trasformare un giocatore in un riferimento per un nuovo progetto. E lui ha già dimostrato il suo valore per tre stagioni consecutive.”
E adesso? “Mi sto divertendo e spero di essere utile alla Nazionale, al mister e al settore giovanile. Ci sono idee innovative per il nostro calcio. Kings League? No, magari per venti minuti… Ma posso dirti che il libro verrà tradotto in nove paesi.”