Tra i campioni che hanno scritto la storia della Juventus c’è anche Gianluigi Buffon, che è tornato a parlare della sua vecchia squadra.
La partenza stagionale della Juventus sembrava essere in discesa. O comunque ad un ottimo punto, grazie ad un gruppo nuovo che ha regalato ai propri tifosi delle prestazioni convincenti. Ma il cammino bianconero si è presto scontrato con infortuni pesanti che hanno complicato la gestione del neo arrivato Thiago Motta.
Come se i forfait non bastassero, anche i risultati in campo hanno cominciato dare non pochi pensieri alla Vecchia Signora, che sin da agosto ha totalizzato solo sei vittorie e otto pareggi in Serie A, così come due vittorie, due pareggi e una sconfitta in Champions League.
Un quadro piuttosto complicato, che potrebbe trovare una svolta sabato 7 dicembre alle ore 18:00, quando gli spalti dell’Allianz Stadium si illumineranno per la sfida contro il Bologna. Un vero e proprio banco di prova per Thiago Motta che dovrà ritrovare i tre punti con la sua Juve – affrontando per la prima volta la sua ex squadra.
A parlare di questa nuova Juventus è stato anche Gianluigi Buffon, leggenda del club di via Druento che non ha abbandonato neppure nei momenti più bui. L’ex portiere avrebbe così individuato cosa manca all’attuale formazione bianconera.
Juve, senti Buffon: “Manca personalità”
Ospite ai microfoni di Juventibus in occasione di un’intervista esclusiva, il vecchio numero 1 bianconero ha parlato delle condizioni di salute di questa Juventus e di cosa manchi ancora per raggiungere il salto di qualità per cui la squadra sta lavorando.
“Essere parte della Juventus significa far parte di una delle realtà più importanti del popolo italiano. Ciò comporta una responsabilità superiore alla media”: come riportato da Tuttomercatoweb.com, così ha parlato Gianluigi Buffon di quella famiglia bianconera di cui ha scritto la storia. Ed ha ribadito cosa manca ancora alla formazione di Thiago Motta per incarnare a pieno i valori bianconeri:
Questa nuova Juventus ha la necessità di concentrare l’autorità sul gioco e sull’allenatore. I giocatori sono di alto livello, come richiesto dalla Juventus, ma non devono essere solo esecutori di ciò che viene chiesto, devono anche avere la personalità per prendere determinate decisioni in alcuni momenti. Guardando i profili attuali, Perin sembra essere un buon profilo, così come Danilo, e forse Koopmeiners può diventare un leader tecnico. Manca personalità? È normale, è una squadra rinnovata che ha deciso di adottare un credo incentrato sul gioco. In questa situazione, l’allenatore sembra essere quello con la maggiore leadership.
La parola d’ordine, dunque, deve essere responsabilità. Un’attitudine che questa giovanissima Juve è pronta a costruire mattone dopo mattone, nell’ottica di quel progetto rivoluzionario appoggiato ed abbracciato soprattutto da Cristiano Giuntoli.