Il capitano bianconero si racconta ai microfoni del Corriere dello Sport. Tante curiosità sulla Juve del passato e su quella che sarà.
Parliamo dell’ultimo leader che sta trascinando la Juventus negli ultimi anni. Danilo è capitano a tutti gli effetti e lo ha dimostrato anche e soprattutto in campo in alcuni momenti difficili della stagione, specialmente nella scorsa.
Danilo si racconta ai microfoni del Corriere dello Sport
“Quando vedo questa maglia, provo sensazioni forti. Questione di responsabilità, quando vedo la fascia al braccio ho uno stimolo in più“. Danilo si è preso la Juventus in un momento molto delicato, solo un uomo con questa esperienza poteva esser di riferimento alla nuova Juve che sta nascendo. “Non lascio solo Pogba, non deve mollare. Da quando sono qui ho attraversato Covid, problemi societari e ora anche il caso Pogba, pensavo più serenità (sorride). Bonucci? Un caso, non possiamo far paragoni con Totti e Maldini – continua il capitano bianconero – Quando smettere? Sceglierò io“.
Da capitano, Danilo ha voluto dare uno sguardo sui giocatori del passato e quelli del presente: “Ronaldo è uno che lavora su corpo e mente, è formidabile“. Passata la pagina Cristiano, ora la scena è rappresentata da due giocatori, Dusan Vlahovic e Federico Chiesa. “Chiesa deve esser coccolato, ha gran talento, deve ispirarsi a Foden crescendo a livello di continuità. Dusan arriva da un’estate particolare. Deve gestire meglio alcune pressioni, se lo farà diventerà uno dei più forti“.
Il capitolo Nazionale sfocia su una questione molto cara al capitano bianconero nonché titolare inamovibile del Brasile: “Lo studio è fondamentale per combattere il razzismo. La mia fondazione A voz futura garantisce un percorso di studi ai bambini del Paese. I giri di parola e indignazione non servono, serve cultura e chiarezza e responsabilità“.