Il capo antidoping sentenzia su Pogba: “In Italia non c’è la cultura dell’aiutino”

Arrivano le dichiarazioni del capo della commissione antidoping della FIGC riguardo al caso Pogba. Scopriamo le sue parole.

Il caso Pogba ha shockato il mondo bianconero nell’ultima settimana. La notizia arrivata lunedì pomeriggio della positività del francese al test antidoping svolto dopo il match contro l’Udinese, ha scosso inevitabilmente l’ambiente juventino. Al momento il classe 1993 è stato sospeso in via cautelare e nella giornata di ieri – l’ultima a disposizione – ha chiesto di svolgere le controanalisi che, qualora dovessero confermare la positività, darebbero il via all’iter procedurale.

Proprio sul caso Pogba è intervenuto Giuseppe Capua, presidente della commissione antidoping della FIGC.

Le dichiarazioni di Giuseppe Capua sul caso Pogba

Di seguito le dichiarazioni di Giuseppe Capua rilasciate a SportMediaset sul caso Pogba.

“Io credo che questo tipo di cultura sia stata presente fino a 20-25 anni fa, l’inseguimento dell’aiutino”, qualcosa che migliorasse la prestazione anche dentro i confini del lecito o che comunque non fosse rintracciabile all’antidoping. Ora tutto questo è cambiato, intanto perché c’è stata anche la crescita della capacità di intercettare il doping da parte dell’antidoping”.

Le parole di Giuseppe Capua sul caso Pogba e sul doping in Italia
Pogba capo commissione antidoping – LaPresse – spazioj.it

Infine, il presidente della commissione antidoping della FIGC ha concluso il suo intervento elogiando il sistema italiano.

“Sono convinto che poi in Italia siamo davvero all’avanguardia, come dimostra la grande affidabilità del personale del laboratorio dell’Acqua Acetosa. Sono contento, inoltre, di poter annunciare una novità allo studio su cui puntiamo molto”.

Queste le parole di Capua sul caso Pogba.

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