Szczesny sull’arrivo alla Juve: “Mi sentivo pronto per sostituire Buffon”

Nella Juventus degli ultimi anni uno dei calciatori più importanti è stato senza dubbio Wojciech Szczęsny, che arrivò dall’Arsenal nel 2017.

Il portiere polacco non si impose subito come titolare visto che per i primi anni c’era ancora Gianluigi Buffon prima del suo approdo al PSG e al suo successivo ritorno con la casacca bianconera.

Wojciech è diventato successivamente uno dei perni della formazione bianconera ed è diventato uno dei portieri migliori in Italia e nel mondo anche se in qualche circostanza ci sono stati degli errori che hanno fatto partire diverse critiche nei suoi confronti.

Juventus Szczesny Intervista

Szczesny a Dazn:” Alla Juve sono arrivato nel momento giusto”

Di recente il portiere è stato ospite di Dazn dove ha parlato di molti aspetti.

Si è parlato in primis del ruolo del portiere, dei suoi rituali, dell’aspetto mentale e degli errori:

Era un ruolo che non volevo fare, volevo divertirmi giocando a calcio. La prima volta che ho indossato i guanti ero molto giovane, ero con mio papà, a 3-4 anni, ma non mi piaceva e non mi piace ancora. Giocavo con mio fratello, facevo l’attaccante ma ero scarso. Un attaccante alto che non controlla una palla. Dopo qualche mese l’allenatore è stato onesto con me: Sei alto tuo padre è un ex portiere perché non provi”. Ho provato ed è andata bene. Non ho rituali, entro in porta e mi sento a mio agio. Non entro carico, se entro carico so che sto per combinare qualcosa, cerco sempre di rilassarmi il più possibile. L’aspetto mentale è difficile, bisogna parlare con i compagni che sono lontani da te, bisogna urlare. Gli errori da giovane mi sembravano la fine del mondo, più ne fai e più ti abitui e li accetti. Fa parte del gioco. Nel bene e nel male, se fai bene o no, l’aspetto mentale non dovrebbe mai cambiare. Il giorno dopo li analizzo

Successivamente si è parlato del suo approdo alla Juventus:

“Sono arrivato al momento giusto, avevo ancora tanto da imparare ma avevo già atto esperienza. Mi sentivo pronto a livello mentale per sostituire uno come Gigi. Sembrava una cosa facile ai tempi, ma per un altro magari sarebbe stato più difficile.”

Il portiere ha poi affrontato anche un argomento molto spinoso come quello dell’omofobia:

“Siamo liberi di amare e di fare ciò che ci pare, sono sicuro che il mondo del calcio è pronto ad accettare tutti per quello che sono. Sicuramente è un tabù perché in tanti non lo hanno ammesso per anni. Come è naturale che sia, ci sono dei ragazzi gay nel calcio. Magari, oltre a chi non ha coraggio di fare coming out c’è anche chi decide di non dichiararsi per scelta. Se preferisce che nessuno lo sappia è giusto così. Ognuno deve sentirsi libero di fare quello che preferisce e di essere chi è.”

Andrea Mariotti

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