Trappola Mourinho per Allegri: uno stop che fa male alla Juve

José Mourinho imbriglia la Juve e si porta a casa i tre punti. Il tecnico portoghese veste i panni dell’intenditore di ippica e sfoggia il più classico dei corto muso, marchio di fabbrica di Max Allegri, che ieri sera invece ha pagato quel centesimo mancante per arrivare a un euro, al netto degli episodi e della sfortuna.

Forse il pareggio sarebbe stato il risultato più vicino a quanto visto in campo ma nel calcio, si sa, chi vince ha sempre ragione. Per chi perde, invece, tanta rabbia e rimpianti, perché la sconfitta non può essere figlia soltanto di sfortuna.

Adesso la rimonta è utopia: il secondo posto virtuale solo un palliativo

Una sconfitta che, inutile nasconderlo, fa male per la Juventus, soprattutto anche per il modo in cui è arrivata. Ore le speranze di una rimonta dal sapore epico in campionato per la zona Champions assumono i tratti di una missione ormai impossibile, con un finale molto probabilmente già scritto.

Nel post partita, Allegri fa il suo gioco: parla di secondo posto virtuale soprattutto per tenere alta la concentrazione e la tensione nello spogliatoio, che ha saputo dimostrare di poter fare bene nonostante il pesante fardello della penalizzazione sulle spalle. Il tecnico livornese vuole evitare che la squadra stacchi la spina e tira in ballo una classifica virtuale che, purtroppo per i bianconeri, non è reale.

Un palliativo che serve per trascinare la squadra alla lotta a un posto in Europa, seppur non dalla porta d’accesso principale, per il prossimo anno. Sullo sfondo, una Europa League – unica via d’accesso realmente percorribile per la Champions League – che può essere alla portata, ma a una condizione: che la Juve non si faccia del male da sola e che episodi come quelli di Kean non se ne vedano più.

Kean

Anche su questo c’è da lavorare dalle parti della Continassa, per limitare al massimo i danni.

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