L’attacco di De Laurentiis: “Siamo tutti schiavi, il calcio è malato!”, poi la risposta sulla vicenda Juventus

Negli ultimi giorni non si fa altro che parlare di quanto successo alla Juventus. Prima le dimissioni dell’intero CdA bianconero, poi l’uscita di altre intercettazioni che stanno creando non pochi problemi alla società.

Una situazione veramente difficile, che riguarda la Juventus, ma potrebbe essere legata anche ad altri club della nostra Serie A.

Adesso non si dovrà far altro che attendere il lavoro degli investigatori e degli inquirenti, per capire a cosa si andrà incontro.

A parlare della situazione Juventus, ma anche di altro, ci pensa il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, intervistato dai cronisti presenti all’esterno del Salone D’Onore Coni al termine della presentazione “Codice di giustizia sportiva FIGC”.

Le parole

Getty Images, De Laurentiis, Agnelli, Juve

“Il Governo è sempre stato assente, benché il nostro gettito fiscale sia importantissimo. Una volta c’erano gli schiavi, ma voi credete non ci siano più? Siamo tutti ancora schiavi. Schiavi di una situazione non piacevole. In casa, in ufficio, nella vita comune, nel non essere protetti in maniera fantastica, nel non essere pensionati felici”, dice il presidente dei partenopei.

Molta gente soffre, non riesce ad arrivare a fine mese e questa è una storia che è peggiorata ma che è sempre esistita. Qual è la panacea per far star calmi e buoni tutti? Il calcio. Lo Stato non è stupido e lo sa, però lo ignora. Non è stupido. Altrimenti dovrebbe fare in modo che le Leggi sulla modernizzazione del calcio si realizzassero in cinque minuti perché ci vogliono cinque minuti per cambiare il calcio, visto che è malato ovunque. I conti non tornano”.

Sul caso Juve, si esprime così: “Non ne parlo. Ci penseranno i Magistrati, non è compito mio. Mi dispiace che il calcio, ma non è solo un problema italiano, non sia portatore sempre dei valori che dovrebbero essere di esempio per le nuove generazioni”.

Sulla possibilità di una nuova Calciopoli: “Non sta a me, ripeto, stabilirlo. Ho già detto che il calcio è malato dall’alto. Non si vuol capire che non ci sono sufficienti risorse per andare avanti con questa tipologia di campionati e non si vuol fare la Rivoluzione Copernicana. Perché? Perché poi bisogna essere rieletti. Questo è un problema di tutti quelli che sono sottoposti a rielezione, nel mondo della Politica e in quello dell’industria, dei sindacati o dello sport. Nel mondo dello sport, purtroppo, la sorveglianza è latente e la volontà di voler modificare e crearsi magari delle antipatie è difficile trovarla”.

Infine, sul Napoli: “Ragazzi, quando vorremo parlare del Napoli ne parleremo, ora lasciamoli allenare in Turchia. Sono sul mare felici, contenti, sereni e soddisfatti”.

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