Juventus, toccare il fondo per ripartire: ora la rivoluzione

Si tocca il fondo solo per ripartire, non c’è altra strada percorribile. È arrivato il momento della rivoluzione.

L’eliminazione dalla Champions League il 25 ottobre è la pietra tombale sull’Allegri 2.0. Un disastro che parte da lontano e che ha raggiunto il culmine nella serata portoghese.

È il momento di un esame di coscienza generale e di tirare le somme su come, in poco più di tre anni, la Juventus sia diventata una società totalmente allo sbando.

Le responsabilità partono dai vertici. In primis da Andrea Agnelli, che sta rischiando di rovinare quanto di buono fatto nel suo primo decennio bianconero. È l’unico superstite con il DNA bianconero, ora è arrivato il momento di tirarlo fuori.

Agnelli Arrivabene Nedved Cherubini
Agnelli Arrivabene Nedved Cherubini

A pari merito una dirigenza che nulla ha a che vedere con il glorioso passato bianconero. Arrivabene, Cherubini e soprattutto Nedved, al momento, non si stanno dimostrando all’altezza della situazione delicata.

Dulcis in fundo Allegri e i suoi senatori –  Szczesny, Bonucci, Rugani, Alex Sandro, De Sciglio, Cuadrado, Rabiot – immagine di una Juve vecchia e che non ha progredito. Tutti loro hanno ormai perso qualsiasi motivazione.

È il momento della svolta, serve cambiare rotta immediatamente. Serve la freschezza e la spavalderia dei vari Iling, Soulé, Miretti, Fagioli. Serve ridare il sorriso a Vlahovic.

Iling Junior
Iling Junior

A questa Juve, oggi, mancano tre cose:

  1. il coraggio di fare scelte drastiche, dentro e fuori dal campo;
  2. Federico Chiesa;
  3. Alex Del Piero.

Tre chiavi essenziali per tornare in alto.

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