L’ex Juve non ha dubbi: “Tocca ad Elkann farlo!”, poi il commento su Allegri

Giovanni Cobolli Gigli, presidente della Juve tra il 2006 e il 2009, ha parlato ad Adnkronosdella difficile situazione della società torinese. Un analisi a tutto tondo, quella di Cobolli Gigli, che comprende società, allenatore, giocatori e anche i tifosi.

Ecco le sue dichiarazioni:

Quella contro il Monza per la Juventus è stata una scottante sconfitta. Ora ci vuole una società che abbia l’autorevolezza di prendere in mano la situazione e gestirla: ma non so se all’interno della società ci sia questa autorevolezza. La settimana scorsa l’ingegner Elkann ha espresso la sua fiducia nei confronti del cugino, Andrea Agnelli. E allora dev’essere lui a gestire la crisi, è la persona che incarna l’autorevolezza societaria ed è membro della famiglia proprietaria della maggioranza del club”.

Cambiare allenatore è sempre la soluzione più semplice. Per esempio il Monza l’ha fatto. Anche noi possiamo puntare ad altri, come per esempio un tecnico stile Mihajlovic, uomo che ha sempre dimostrato grande carattere e capace di dare uno scossone alla squadra. Ma penso che sia l’ultima decisione da prendere, poi parlare di soldi è ridicolo, ma serve un allenatore di alto livello per la Juve e adesso sono tutti occupati. Io continuerei a insistere con Allegri, ma ci sarà il momento dello showdown, prima o poi”.

“Adesso c’è una settimana di tranquillità e pausa, si può trovare il tempo per riflettere. Ma è chiaro che la maggior parte dei tifosi puntano il dito sull’allenatore quando le cose vanno male e anche la voce dei tifosi va ascoltata“.
Juve Crisi Cobolli Gigli

Da cosa dipende la crisi? Se lo sapessi sarei fortunato, in pochi riescono a capire. Il mio ricordo è di una squadra pugnace anche nel mio periodo. Anche andando in Serie B i giocatori hanno immediatamente espresso la volontà di fare di tutto per tornare in A, e lo abbiamo fatto in anticipo anche con la penalizzazione di 9 punti. Questo adesso sembra che non ci sia, e forse c’è anche qualche mancanza di comprensione tra alcuni giocatori. I famosi anziani non ci sono più, è rimasto solo Bonucci e forse non basta per dare serenità alla squadra”.

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