L’editoriale di un giornalista disilluso.
Juve, dove sei?
C’è una canzone, il cui ritornello recita: “Per me era bella, siamo come un orecchino di perla e un cacciavite a stella dentro un sotto stella”. Che descrive un po’ quella Juve di Allegri che veleggiava sulle orme dell’entusiasmo solo pochi anni fa.
Ma che fine ha fatto, quella Juventus? Come nella canzone il ragazzo disilluso ha tentato di ritornare dalla ragazza che amava, così la Juve ha richiamato Allegri sulla panchina.
Sta funzionando? Direi di no. Da qualche anno la Juve si è persa su sé stessa e non riesce più a ritrovarsi. Neanche il clamoroso ritorno dell’ex più vincente sta salvando i bianconeri. Perché?
Complice una cessione pregiata e un successivo mercato non all’altezza la situazione della Juventus, che è quasi sinonimo di vittoria, è tutt’altro che felice.
Ma con Cristiano Ronaldo sarebbe stato diverso? Io, personalmente, credo di no. Non per lui, con lui magari i bianconeri avrebbero qualche punto in più vista la spaventosa media realizzativa del portoghese.
Però la situazione non sarebbe così tanto differente. Manca un progetto, manca il centrocampo, mancano i gol. Il campione, Dybala, va a corrente alternata. Non c’è una grande squadra nella torino a tinte bianche e nere.
C’è una squadra che ha raccolto i suoi cocci, ha provato a metterli assieme incollandoli, ma senza riuscire a ristabilirne la forma originaria.
Tutti questi fattori disilludono, tutti questi tasselli mancanti non riescono a rendere omaggio al natale passato della Juventus, se vogliamo esprimere questa sensazione omaggiando Dickens.
Juve, che fine hai fatto? A questa domanda io ancora non ho dato una risposta. Magari il prosieguo della stagione mi darà torto, magari a gennaio i bianconeri investiranno benissimo sovvertendo un destino che sembra ormai tracciato. Ma quel quinto posto temporaneo comincia a far tremare i fantasmi di Pirliana memoria.