L’ex difensore su Juve-Roma: “Allegri? Credevo potesse cambiare. Mou, per vincere fai così”

Lele Adani, ex difensore della nazionale, ha commentato la sfida tra Juve e Roma. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha analizzato entrambe le squadre.

ALLEGRI vs MOURINHO

 «Mi aspettavo che dopo due anni Allegri si sarebbe ripresentato con una lettura calcistica diversa, invece è sempre lo stesso. Al contrario di Mou, che è cambiato nella proposta:prova a vincere, anche al costo di perdere. Roma-Sassuolo e il derby sono il manifesto di questa nuova filosofia, con cui produci tanto e concedi tanto, che tu vinca o che tu perda».

SARÀ UNA JUVE DA CONTROPIEDE?

«Andiamoci piano. In sfide così equilibrate, come Juve Roma, è difficile che per 90’ una squadra tenga il pallino del gioco e l’altra stia chiusa. Ma di certo c’è più ricerca tra i giallorossi, almeno nelle intenzioni. Però stiamo attenti alla crescita della Juve: il secondo tempo contro il Toro è stato il migliore della stagione. Mi sembra che i bianconeri abbiano ritrovato lo spirito del loro allenatore, mettendo più pressione ai portatori palla avversari e questo facilita anche la fase offensiva, con transizioni rapide, proprio quelle che la Roma ha sofferto di più nelle prime giornate di campionato».

LA JUVE COSA DEVE FARE?

 «Cominciamo da cosa non deve fare: stare troppo bassa, per non rendere troppo ampia la porzione di campo da coprire per gli attaccanti. Se Chiesa deve sempre partire da 60 metri, poi è logico che si sfianca dopo un’ora. In questo senso, fondamentale è che Bentancur ripeta quanto visto per esempio contro la Samp, alzando costantemente la pressione sui mediani rivali. L’uruguaiano è bravo a farlo, mentre soffre se deve limitarsi a contenere e giocare la palla dal basso».

COSA DEVE FARE LA ROMA?

 «José deve restare fedele a quanto fatto sinora, ma senza avere fretta e dosando il ritmo. La Roma è in grado di attaccare in più modi: con gli uno contro uno, in profondità, ma anche tra le linee. Certo, ci saranno rischi da prendere, con Ibanez e Mancini che partecipano tanto alla manovra e ogni tanto sbagliano qualche lettura difensiva. Sono giovani, ci sta. Anche se la loro velocità sarà fondamentale per tentare di arginare gli strappi di Chiesa che è un solista eccezionale, come dall’altra parte Zaniolo».

CUADRADO SARÀ FONDAMENTALE

 «Senza un vero play come Arthur o un collettore come Ramsey, diventa Cuadrado il tassello fondamentale nel gioco della Juve, perché è l’unico capace di osare pause e accelerazioni. Io dico sempre che quello del regista non è un ruolo, ma un compito. Ecco, il colombiano anche se gioca sull’esterno è il vero regista della Juve attuale, perché il ritmo della squadra dipende da lui. Quando riceve palla sulla destra può puntarti uno contro uno e andare sul fondo, accentrarsi creando scompiglio in mezzo o verticalizzare alla ricerca della punta, perché ha la tecnica per farlo».

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