Deschamps: “Alla Juve anche un pareggio era una catastrofe, vi svelo dei retroscena”

Didier Deshamps, ex stella bianconera, è intervenuto ai microfoni dei canali ufficiali della Francia raccontando degli aneddoti molto curiosi sulla sua avventura in bianconero.

Deschamps, Juventus, ex

Sulla mentalità Juve: “A Torino c’era una mentalità diversa, un approccio agli allenamenti diverso, una preparazione lunga, molto specifica e dura, ma c’era l’orgoglio di indossare la maglia di una grande squadra. Sono arrivato in punta di piedi, all’inizio è stato complicato perché ho subìto un infortunio al tendine d’Achille e mi sono dovuto operare. Ho vissuto cinque anni da calciatore meravigliosi, con questa cultura della vittoria che è presente tutti i giorni e, nonostante questo, c’era un ambiente familiare, creato dall’allenatore Marcello Lippi e dalla dirigenza, Moggi, Bettega e Giraudo. Un grande club dal punto di vista dell’organizzazione, dal magazziniere al presidente, tutti orgogliosi di essere a servizio del club. Questo non dà ai giocatori alcuna scusa quando arriva la partita. Quando la Juve pareggia è una catastrofe, se perde è uno tsunami. C’è un grande professionismo.”

LA JUVE IN B: “Il club era in difficoltà dopo essere stato retrocesso in Serie B. Siamo partiti con dei punti di penalizzazione e siamo poi arrivati alla promozione in Serie A. Molti calciatori di livello internazionale erano rimasti perché erano legati al club. Ogni volta che ci spostavamo, c’erano migliaia di persone ad attenderci. Non entrerò nei dettagli, ma dopo aver vinto il campionato non c’erano più le condizioni per proseguire l’anno dopo. Spero che non succeda più che la Juve si trovi a giocare in quella situazione. Per me è stato un modo di restituire qualcosa a una squadra che mi ha dato tanto.”

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