LE PAGELLE | Atalanta-Juventus 1-0: Cuadrado e de Ligt impeccabili, bocciati Morata e Arthur

La deviazione di Alex Sandro sul tiro di Malinovskyi spezza gli equilibri di una gara decisiva per la corsa alla Champions. Mancano sette giornate e mai come quest’anno il destino della Juventus è estremamente incerto.

Szczesny 6.5: gara in cui viene sollecitato poco, grazie soprattutto all’ottimo lavoro svolto dalla linea difensiva. Meraviglioso sulla punizione di Malinovskyi, incolpevole sul tiro immediatamente successivo dell’ucraino deviato da Sandro.

Cuadrado 7: fa di tutto e lo fa straordinariamente bene. Non si conta un solo dribbling sbagliato: ogni azione passa dai suoi piedi, ma l’attacco oggi non è stato in grado di sfruttare le sue iniziative.

De Ligt 6.5: il posto di cardine della difesa sarà al sicuro anche dopo il ritiro di Chiellini. Dopo Cuadrado è proprio de Ligt il migliore della Juventus: Pessina, nel primo tempo, e Pasalic, nel secondo, hanno avuto immense difficoltà ad incidere proprio grazie alla solidità dell’ex Ajax.

Chiellini 6: nel primo tempo favorisce qualche azione avversaria di troppo. Nel secondo tempo si immola in un paio di letture difensive che rievocano lo splendore dei tempi passati.

Alex Sandro 5.5: la deviazione sul gol avversario è solo una sciagurata fatalità. Tuttavia, se per il lavoro in fase difensiva merita anche la sufficienza, quello che offre in termini offensivi è decisamente poco rispetto a quanto avrebbe l’obbligo di dare al gioco della squadra.

McKennie 6: l’unico tra i centrocampisti in grado di eseguire correttamente un inserimento senza palla. Esce per necessità fisiche, e lì qualcosa cambia (dal 77′ Arthur 4.5: entra e perde tre palloni, e in più concede a Malinovskyi la libertà di preparare il tiro che decide la partita. Impatto disastroso. Seconda partita che la Juventus perde per ragioni direttamente o indirettamente collegate a lui. Aggiungici il viaggio a Dubai e il festinogate e hai la ricetta perfetta di un acquisto che evidentemente poteva essere evitato. Peccato).

Bentancur 6: primo tempo di intensità e ritmo importanti. Secondo tempo di calci e poco altro. La sufficienza è un riconoscimento verso una prima frazione a cui non è stato dato un seguito.

Rabiot 6: oggi è indemoniato. Corre, innesca, recupera e qualche volta si inserisce pure. Cala verso il finale, ma questo Rabiot merita qualche elogio.

Chiesa 6: meno incisivo ma comunque sempre frizzante e nel pieno del gioco. Esce per un problemino fisico, ma fortunatamente pare che si sia fermato appena in tempo (dal 58′ Danilo 6: il factotum della Juventus entra mezzo acciaccato per limitare i danni derivanti dall’uscita di Chiesa. Come sempre, un riferimento).

Dybala 5.5: nel primo tempo il gioco passa tanto dai suoi piedi. Assistere agli sprazzi di quel vecchio Dybala capace di occupare contemporaneamente il ruolo di centrocampista e di attaccante ha acceso i ricordi meravigliosi delle annate in cui il Dieci ha dato dimostrazione del talento cristallino di cui è dotato. Cala nella ripresa, ma è nella natura delle cose. Con un Morata così, però, ha l’obbligo di supportare Ronaldo nel più difficile finale stagione mai vissuto da dieci anni a questa parte (dal 67′ Kulusevski 5.5: qualche iniziativa e poco altro. Bello il suggerimento morbido dal limite dell’area a cercare Morata, ma per il resto piccolo passo indietro rispetto alla scorsa settimana).

Morata 5: la sua involuzione dall’inizio dell’anno rappresenta un caso di studio. Da Re Mida a Sancio Panza in quattro mesi: il Morata che era in grado di offrire velocità alla manovra e soluzioni offensive di ogni tipo è stato sostituito da un giocatore che a malapena riesce a mantenere le suole piantate per terra, che protegge raramente palla e che sotto porta sbaglia 2 volte (e mezzo) su tre. Così il rinnovo del prestito (che pare lui voglia fortemente) diventa un film che non verrà mai proiettato. Eterno incompiuto.

All. Pirlo 6: oggi ha davvero poche colpe sul risultato di una partita sostanzialmente equilibrata contro un avversario complicato. Gara interpretata bene, sia in difesa che a centrocampo, e tutto sommato non è venuto meno neanche l’elemento concentrazione, vera chimera di questa annata strana. Ora si fa dura, e il suo futuro diventa ancora più incerto.

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