“E cambieremo il mondo ma cambierà davvero”: due anni dopo il match dell’Allianz Stadium

“In ogni stadio c’è una storia, il timore, l’amore,(…) una voce un coro che spaccano il cielo e cambieremo il mondo ma cambierà davvero” cantava Tiziano Ferro. Perché in fondo il 24 marzo 2019 è andata così: con l’intento di cambiare il mondo, di scrivere la storia e di far emozionare. Con il timore delle 22 giocatrici che dal primo minuto sono scese in campo e con i brividi che correvano lungo la schiena delle ragazze che si scaldavano pronte a subentrare. Ricorderemo quando Arianna Caruso ha poi raccontato: “Quando mi stavo scaldando per entrare è partita la ola tra il pubblico ed ho pensato di svenire. Le mie gambe tremavano al punto che quando il mister mi ha chiamata per entrare in campo sono inciampata nei gradini”.

Un pomeriggio caldissimo, con il sole battente e una tipica giornata primaverile: la Juventus apre le porte dell’Allianz Stadium alla sua squadra femminile e non in una partita a caso ma in quella contro la Fiorentina. Le viola sono le prime rivali delle bianconere e si stanno contendendo lo Scudetto, questa partita potrebbe essere decisiva. Il clima è quello delle grandi occasioni, paragonabile a quello di una festa: un’allegria fuori dal comune e una voglia di avvicinarsi ad un mondo che forse a molti non apparteneva, quello del calcio femminile. Il successo è assicurato: gli spettatori che varcano i cancelli dello Stadium quel 24 marzo 2019 sono ben 39.027, il record di sempre per il calcio femminile italiano.

IL RISCALDAMENTO

I ricordi sono molti e nitidi: in ordine temporale il primo è il riscaldamento dei portieri. Accolti al loro ingresso in campo da un boato da brividi. Un ricordo chiaro è il riscaldamento di Federica Russo, all’epoca terzo portiere della Vecchia Signora, con il numero 12 sulla schiena e un passato da grande tifosa juventina. Immaginate l’emozione di chi probabilmente per anni aveva sognato quel momento, forse Federica era anche incredula per ciò che stava vivendo sulla sua pelle. Il suo sorriso accennato, il lancio della bottiglietta accanto al palo e inizia il suo riscaldamento. Quello che non si può far a meno di notare è lo sguardo di Federica che tra un pallone e l’altro continua ad osservare gli spalti, gremiti di gente, e sì, tutto quel pubblico è lì per loro. Tutte quelle famiglie, i bambini con i volti truccati di bianco e nero, gli adulti con la maglia da gara, le bandierine con il logo della Juventus che sventolano incessanti.
Forse non è stato nemmeno semplice trattenere la commozione del momento, successivamente Federica ha raccontato: “Ero incredula: un’emozione incredibile ed indescrivibile. Il giorno prima quando abbiamo fatto il giro del campo non sono riuscita a trattenere le lacrime”.

L’INGRESSO IN CAMPO

Lo speaker dello Stadium inizia a urlare i nomi delle 11 bianconere che scenderanno in campo: “Con il numero uno Laura…” e il pubblico prosegue “Giuliani”. Un brivido percorre la schiena, abituati a sentire “Con il numero 1 Gianluigi Buffon”. Il secondo ricordo è l’ingresso in campo delle ventidue giocatrici, ognuna di loro accompagnata da un bambino o bambina con la divisa della squadra avversaria. Particolare attenzione a Cristiana Girelli, il bomber bianconero ha infatti scelto la nipotina “Chicca” per accompagnarla in campo in un’occasione così speciale. Sappiamo che Cristiana è molto affezionata alla nipote, successivamente ha raccontato il timore che la piccola Chicca potesse piangere e sentire la mancanza della mamma durante l’attesa di “zia Cri” per l’ingresso in campo e invece era contentissima di poter accompagnare la zia in questa sua grande giornata. Un trionfo nel trionfo dunque.


SEMPLICEMENTE SOFIE JUNGE PEDERSEN

Dopo due traverse di Cristiana Girelli e un palo di Alia Guagni la scena se al prende l’ultima arrivata: la danese Sofie Junge Pedersen. Ma torniamo indietro: tutto parte dal mancino di Lisa Boattin, crossa in mezzo all’area di rigore a cercare la testa di Cristiana Girelli. Il portiere viola sbaglia l’uscita e sbuca Sofie Junge Pedersen che da due passi insacca il pallone ed è uno a zero Juventus. L’eroe di giornata sarà proprio la giocatrice danese arrivata nel mercato di gennaio. L’intero Stadium è in festa: tutti esultano perché è il coronamento di quella giornata la vittoria sulla Fiorentina.

LA NOTA NEGATIVA DI GIORNATA MA IL GRANDE GRUPPO

Al minuto 63 Cecilia Salvai è costretta ad abbandonare il campo in lacrime. L’entità dell’infortunio è molto seria: lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Purtroppo la numero 23 bianconera ha dovuto saltare anche i Mondiali di Francia che si sono disputati poco dopo.
Cecilia però è un pilastro della Vecchia Signora, definita da Cristiana Girelli come uno dei migliori difensori d’Europa. Non poteva non partecipare alla festa finale e non poteva non ricevere il tributo del pubblico. Così alcune compagne l’hanno sollevata e portata a salutare i tifosi sotto la curva. La dimostrazione di quanto ogni componente di questo grande gruppo sia importante: perché uno dei grandi punti di forza di questa squadra è proprio il gruppo.

A VOLTE GLI OCCHI PARLANO

“E negli occhi tuoi, voglia di vincere”: una delle protagoniste della partita Lisa Boattin, nata con i colori bianconeri addosso e oggi pilastro della squadra di Rita Guarino. Al termine del match è stata intervistata dai canali ufficiali della società bianconera e ancora incredula ha spiegato che era stata una giornata incredibile, indescrivibile. Lo sguardo parla, ancora sognante ma soprattutto felice. “La Juventus ci ha regalato un sogno” ha spiegato poi la giovane giocatrice classe ’97.
Probabilmente neanche nel migliore dei suoi sogni si sarebbe immaginata di poter giocare con 21 anni per 90 minuti in quel prato, in quello stadio e soprattuto con quella cornice di pubblico. Un sogno che è diventato realtà.

Oggi riguardare quelle immagini appare quasi surreale, gli stadi da un anno ormai sono vuoti e risuonano le voci dei protagonisti. Quel 24 marzo 2019 è una giornata che sicuramente rimarrà nel cuore delle protagoniste, ma anche degli appassionati e non. Di chi, proprio da quel giorno si è innamorato del calcio femminile e dei valori che può trasmettere. Non è stata una “notte magica” ma un pomeriggio magico, inseguendo il gol e sotto il cielo di una primavera italiana. Però come cantavano Gianna Nannini ed Edoardo Bennato è stato un sogno che comincia da bambine, non è stata una favola perché dagli spogliatoi sono uscite davvero le ragazze.

Una festa per i colori bianconeri, un sogno coronato ed una grande ipoteca sullo Scudetto. Poteva andare meglio questa giornata? Probabilmente no.


“In ogni stadio c’è una storia, il timore, l’amore,(…) una voce un coro che spaccano il cielo e cambieremo il mondo ma cambierà davvero“. In fondo a due anni di distanza possiamo dire che il mondo sta iniziando a cambiare, che tra una stagione le calciatrici saranno professioniste. La Juventus Women ha potuto di nuovo giocare allo Stadium in Women’s Champions League.
Cos’è rimasto di quella giornata? Le lacrime di Martina Rosucci che non aveva potuto giocare per infortunio, abbracciata da Arianna Caruso e Sofia Cantore. Lo sguardo di Federica Russo nel riscaldamento. L’applauso che accompagna Cecilia Salvai uscire dal campo infortunata. Le grida del pubblico, le bambine che finalmente potevano sognare, ma sognare in grande. Sognare di poter calpestare proprio quel prato lì, quello del mondo dei grandi. E, forse, in fondo potranno diventare un po’ grandi anche loro.

Miriana Cardinale

Impostazioni privacy