Federico Chiesa, il promesso sposo bianconero

La Juve se ne era innamorata subito, quando a cavallo tra il 2016 ed il 2017 Federico mosse i primi passi con la Fiorentina. Un avvio folgorante: pochi gol ma tante giocate importanti; tecnica non abbagliante ma una capacità di incidere sulle partite non comune per un ragazzo di diciotto anni appena. Tutto questo accompagnato da un cognome pesante, Chiesa.

Il padre un’artista, ma ritenuto da tutti – o quasi – eterno incompiuto nonostante i 200 e passa gol in carriera. Lui la perfetta antitesi. Federico, si capisce subito, non bada all’estetica: la ferocia che sprigiona nella sua corsa e lo sguardo sempre concentrato nonostante una mente giovane ma mai bizzarra, gli permettono di entrare da subito nelle grazie della Signora. La serietà e lo stile mai esuberante – né in campo né fuori – fanno di Chiesa il promesso sposo juventino. Nasce così una sensazione comune tra i tifosi di Madama: “Questo ragazzo prima o poi arriverà ad indossare la maglia bianconera.

Momenti di riflessione

Dopo il colpo di fulmine iniziale, tra Chiesa e la Juve inizia un periodo di stasi, di riflessione. Quell’amore platonico, scaturito fin dai primi sguardi, non sboccia negli anni seguenti. O meglio, non si concretizza. Un po’ perché Chiesa gioca a Firenze, con la Fiorentina, e da quelle parti non si vuol neanche sentir parlare di una cessione alla Juventus; un po’ perché i bianconeri provano a cambiare marcia per diventare grandi in Europa, e per farlo si affidano a fuoriclasse già affermati come Higuain e Dani Alves prima, Cristiano Ronaldo poi.

Chiesa nel frattempo continua a fare il suo: a 20 anni è già perno della Fiorentina e della Nazionale, a 21 si prende definitivamente la scena con una gran stagione nella quale mette a segno 12 gol. Non proprio pochi per uno che di mestiere fa l’ala.

Posto giusto al momento giusto

Sembra essere proprio così. A 23 anni, dopo una stagione non esaltante secondo molti – ma condita comunque da 11 gol (a conferma del fatto che il ragazzo bada più alla sostanza che all’apparenza) – Chiesa arriva in una Juventus nuova, giovane, ma con la consueta fame di vittorie. L’ideale per uno così, negli ultimi tempi palesemente costretto in una realtà discreta – ma mai vincente – come quella viola.

Il posto giusto, dunque, perché ad aspettarlo ci saranno finalmente le sfide di Champions, i tanti campioni con cui confrontarsi quotidianamente, un ambiente che gli è fratello per la stessa ferocia con cui corre verso la vittoria.

Il momento giusto, perché Chiesa arriva insieme ad Andrea Pirlo. Quello che nella tesi presentata per l’esame da allenatore, alla voce “esterno d’attacco” faceva seguire queste parole:

È fondamentale che chi viene impiegato in quella zona di campo abbia le capacità per saltare l’uomo e creare superiorità numerica.

E allora chi meglio di lui, nato (sembra) oltre che per giocare con la Juve anche per esaudire i desideri del suo prossimo allenatore. A questo punto, a quel ragazzo con le spalle strette che negli anni si è fatto uomo, non resta che correre. Più veloce del vento, si spera.

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