Scudetto Serie A: Maurizio Sarri e la Juventus meritano il nono titolo di fila

È finita come doveva finire, ovvero con la Juventus che ha messo in bacheca il nono scudetto di fila. Un risultato verso il quale davvero in pochi hanno nutrito dubbi sin dall’inizio della stagione ma che, via via, si è autoalimentato di paure e incertezze, tanto da far vacillare la corazzata bianconera a linea di traguardo ormai avvistata.

Nelle ultime uscite prima del successo decisivo contro la Samp, infatti, i campioni d’Italia sono scesi in campo evidentemente meno carichi a livello mentale rispetto agli avversari, addirittura arrivando a perdere a San Siro contro il Milan e al Friuli contro l’Udinese. Ma il verdetto finale della stagione ha definitivamente sciolto ogni dubbio e questa Juventus, seppur non brillantissima se paragonata alle formazioni che hanno conquistato i precedenti otto scudetti di fila, resta ancora la migliore formazione in Serie A. In questo senso vanno lette anche le recenti analisi sul campionato da parte dei migliori bookmaker in Italia, come quelle di 888 scommesse Serie A, che nonostante qualche passo falso di troppo continuano a vedere nei bianconeri la squadra da battere, anche in vista dell’inizio della prossima stagione.

Confermarsi davanti a tutti, stavolta, non rappresentava una semplice sfida per la Vecchia Signora, ma una pura e semplice questione di principio. Anche perché, ad ogni buon conto, questo campionato di Serie A ha visto una sola squadra capace di essere quadrata e compatta per tutto l’arco del torneo, nonostante le insidie e le difficoltà che quest’anno pure ci sono state sul cammino di tutte le venti formazioni che hanno preso parte al massimo campionato.

Era una questione di principio. In particolar modo per il tecnico bianconero, Maurizio Sarri, l’artefice, il pensatore di un calcio tutto particolare che nell’ambiente delle tifoserie della Juventus, da nord a sud, non ha riscosso i consensi dovuti. Il sarrismo all’ombra della Mole si è tradotto in una resilienza di trincea, ovvero nella capacità di adattarsi a tutti gli avvenimenti negativi, provando a schivare questa e quella polemica, tenendo come obiettivo fisso il risultato, ovvero la vittoria. E così è stato. Il nono scudetto di fila per il sodalizio bianconero, più che i gol di Paulo Dybala o le giocate di Cristiano Ronaldo, porta la firma dell’ex allenatore del Napoli e del Chelsea, arrivato a Torino con le gigantografie di Massimiliano Allegri che ancora aleggiavano per le stanze del quartier generale juventino. Sarri ha avuto il merito di plasmare a suo modo (con molta fatica) una squadra formata da tanti campioni. E nella prossima stagione, perché sarà ancora lui a guidare i bianconeri in panchina, il tecnico toscano potrà senza dubbio scrivere e firmare un ulteriore capitolo della storia della Vecchia Signora.

Una stagione tormentata e la luce in fondo al tunnel.

Si parlava di difficoltà e momenti negativi. La stagione di Sarri, la prima alla Juventus, era cominciata con il nodo Paulo Dybala da sciogliere. Per l’argentino si erano mossi i top club della Premier League, pronti a fare follie per l’asso juventino. Come riferito dallo stesso, la Joya era stato ad un passo dal salutare Torino; ma l’intervento del tecnico bianconero sarebbe stato risolutivo e avrebbe convinto Dybala, la scorsa estate, ad abbracciare il credo del nuovo allenatore e a lavorare ancora per la Juventus. Una scelta che si è rivelata più che felice, specialmente per il club bianconero che adesso ha in dote (con altri due anni di contratto) uno degli attaccanti più forti (e costosi) in circolazione in Europa.

Risolto il nodo dell’attaccante argentino, ecco il lungo infortunio del capitano Giorgio Chiellini che ha inciso, e non poco, sul rendimento difensivo di una squadra che ha pagato dazio in più occasioni per la mancanza dei centrali di difesa. E poi, ancora, gli infortuni di Aaron Ramsey e Federico Bernardeschi, e un Cristiano Ronaldo che, seppur abbia sfondato il muro dei trenta gol in campionato (non lo faceva dal 2016 quando con il Real Madrid mise a segno 35 gol in 36 partite giocate nel campionato spagnolo), in Champions League non ha ancora inciso come nelle aspettative (solo 2 gol in 7 presenze).

L’Europa e il giudizio finale sulla stagione dei bianconeri.

Resta, però, il risultato finale. La Juventus ha conquistato lo Scudetto in Italia, arrivando sostanzialmente in solitaria e a braccia alzate. Non era un risultato scontato, al di là dei pronostici della vigilia e delle analisi degli addetti ai lavori. Ma a giudicare la stagione della Vecchia Signora (e di Maurizio Sarri in particolare) sarà inesorabilmente un altro traguardo, quello della Champions League. Massimiliano Allegri, nella sua stagione d’esordio sulla panchina dei bianconeri, dopo lo scudetto arrivò addirittura a centrare la finale del torneo continentale più importante (non accadeva da dodici anni), salvo poi fermarsi davanti al Barcellona a Berlino. Raggiungere anche quest’anno l’ultima sfida della competizione europea non sarebbe cosa di poco conto, viste le tante difficoltà incontrate in stagione. Tanto più per Sarri che dodici mesi fa festeggiava un’altra vittoria in Europa (il trofeo dell’Europa League vinto con il Chelsea in finale contro l’Arsenal) e che bene conosce, quindi, quali siano i sacrifici per arrivare prima di tutti in un torneo così duro e ricco di insidie. Tuttavia, questo non rappresenterebbe in alcun modo un obbligo: riuscire a vincere in Italia ha già un suo peso specifico. La Juventus ha tutte le carte in regola (e gli uomini) per arrivare fino in fondo, anche stavolta, in Champions League. E solo allora, critici e difensori avranno voce in capitolo.

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