Ranieri: “Non è il momento di tornare a giocare. Tamponi? C’è chi ne ha più bisogno di noi”

Come ormai risaputo, le 20 società di Serie A sarebbero d’accordo sul riprendere la stagione con le dovute misure cautelari. Non tutti gli addetti ai lavori, però, sembrano essere d’accordo. Claudio Ranieri, attualmente tecnico della Sampdoria, ma ex allenatore della Juventus, ha commentato con scetticismo l’ipotesi ripresa, il tutto ai microfoni del Corriere della Sera.

Questo un estratto delle sue parole:
Tutti vorremmo tornare a giocare, ma non è questo il momento. Ora bisogna pensare alla prudenza, nessuno può sapere come reagirà il virus sul fisico di un atleta. Se dovesse succedere qualcosa ad un calciatore chi se ne prenderà le responsabilità? Ci sono ancora troppi morti e contagiati per pretendere una ripartenza. La nostra è una delle industrie più a rischio, non vorrei che la fretta ci porti a commettere degli errori. Rispetto il protocollo della FIGC, è giusto sottoporsi a tamponi o test sierologici, ma in questo momento c’è gente che ne ha bisogno più di noi. I nostri calciatori sono chiusi in casa da due mesi, stanno impazzendo. In molti sono anche da soli, lontani dalle famiglie, ed io dovrei portarli in ritiro un altro mese con la prospettiva di tenerli isolati anche durante le partite? Non è un’ipotesi credibile, non sarebbero che quattro mesi di clausura. Devo dar ragione alla Pellegrini e a Fognini, non esiste solo il calcio. Anzi, vi dirò di più, secondo me il nostro è lo sport che dovrebbe ripartire per ultimo. Prima del calcio deve ripartire il paese.”

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