Senza il pubblico, l’arbitro torna ad essere un essere umano

Juventus-Inter di ieri non è stata solo una partita storicamente rilevante dal punto di vista sociale e sportivo, ma anche un silenzioso palcoscenico che ha messo in mostra qualità e limiti di entrambe le squadra, sottolineando anche qualche verità scomoda sul nostro calcio.

L’attesa interminabile per questa partita ha distrutto l’hype che si era creato dal punto di vista sportivo e la situazione sociale di emergenza sanitaria ha destabilizzato i presidenti delle due squadre che in settimana sono stati presi di mira per le loro controverse dichiarazioni.

Il bello dello sport, per nostra fortuna, è la facilità con cui si scordi tutta la “retorica insopportabile” e il contorno extracalcistico nel momento del fischio d’inizio. Un fischietto non banale per Juventus-Inter, Marco Guida della sezione di Torre Annunziata. Al di là dell’inutile scalpore sulla provenienza campana dell’arbitro per il derby d’Italia, l’assenza di pubblico ha sottolineato un aspetto non scontato per una partita di questo calibro.

Senza il pubblico pagante, l’arbitro viene trattato nella maniera più corretta e umana possibile, con le reazioni ai fischi che si limitano a pochi secondi di riflesso facciale nei volti dei giocatori, concentrati a fare ciò per cui vengono stipendiati, ovvero giocare a calcio. Non un segnale di protesta, nessuna interruzione dovuta a rotolamenti e commedie sul terreno di gioco. Un assurdo esperimento tra diretti interessati e persone competenti che ha funzionato alla grande dal punto di vista del rispetto sportivo, che il solo Padelli sembra non aver compreso. Una partita così delicata è risultata di semplice gestione da parte di Guida grazie alla totale eliminazione della inconscia pressione psicologica da parte del frastuono del pubblico.

Le bandierine rosse e verdi per effetto coreografico che hanno sostituito gli spettatori hanno trasformato completamente la concezione di sport inteso come spettacolo. Infatti, la partita di ieri è stata una prova tanto scomoda quanto impopolare di come un calcio elitario fatto di addetti ai lavori sia più corretto e torni a definire la parola “sport” come attività che impegna sul piano dell’agonismo oppure dell’esercizio individuale o collettivo, le capacità psico-fisiche, e non come mero spettacolo.

Ora che anche il dizionario è d’accordo con questa riflessione, il vero sport ha dimostrato come effettivamente abbia vinto la squadra che ha saputo rompere l’equilibrio, cioè la Juve, grazie ad un’intelligente giocata di Matuidi. In quel momento, la Juventus ha vinto la partita, poiché la reazione dell’Inter è stata assente, andando in difficoltà con l’ingresso di uno spento Eriksen.

Nell’ultima mezz’ora, soprattutto grazie all’ingresso di Dybala, che ha potuto sprigionare tutta la qualità offensiva, intravista anche nel primo tempo con le giocate di Cuadrado, Douglas Costa e Ronaldo, la Juventus ha sfruttato la stanchezza dell’Inter. Fondamentale è stata la concentrazione dei centrali di difesa che, neutralizzando Lautaro e Lukaku, hanno permesso alla Juve di non concedere punti di riferimento all’Inter, evidenziando l’assenza di imprevedibilità dei centrocampisti di Conte.

La Juventus, come ha ricordato Alex Del Piero a Sky Calcio Club nel post partita, ha vinto grazie alla sostanza, non sbagliando nel momento cruciale una partita che potrebbe definire il campionato più assurdo della storia recente.

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