La fragilità del lusso

Douglas Costa è sempre più un lusso a cui la Juventus non può rinunciare.

Non è mai facile andare a vincere in terra russa. La Juventus lo ha scoperto ieri sera, contro una squadra ostica per definizione che fa della forza fisica e dell’attenzione tattica del suo allenatore i propri punti di forza.

Ma alla Juventus interessa vincere, e in qualche modo la qualità nel finale inserita da Sarri ha permesso ai bianconeri di vincere entrambi gli scontri con la Lokomotiv grazie alle giocate dei singoli a tempo ormai scaduto.

E il convincente ritorno di Douglas Costa (dopo il breve cameo con il Genoa) è servito ad evidenziare la fatica di una squadra che ancora non riesce ad esprimere la superiorità che la contraddistingue sulla carta. La soluzione più semplice per fare brillare il talento cristallino di Douglas sembrerebbe, agli occhi dei meno esperti, sguinzagliare la sua incontenibile esplosività in un 4-3-3 sulla fascia, come già testato contro il Napoli, in una partita che, però, ha sottolineato un equilibrio difensivo ancora instabile.

Sarri, che in questo inizio della sua nuova avventura, sta dimostrando un’apertura mentale che spesso gli si era rimproverato di non avere, ha schierato Douglas Costa come trequartista, nel 4-3-1-2 di una rosa che un trequartista purissimo sembra non averlo (Ramsey?).

Il risultato è stato che un giocatore così ti fa vincere le partite. Che sia dietro a due punto o largo a correre sulla fascia, il brasiliano è dotato di un dinamismo unico per potenza e velocità di esecuzione. Il vero problema di Douglas è che ha bisogno del giusto compromesso. Il talento è cristallino. Ma si sa, il cristallo non devi romperlo. Ora più che mai, però, una squadra che prende più gol del dovuto e fatica a concretizzare tutte le occasioni ha bisogno del miglior Douglas Costa per scacciare via tutte le critiche e prendersi punti difficili come quelli di ieri.

L’ennesima prova di maturità per Sarri, mentre cerca di progredire nell’organizzazione della fase difensiva, sarà la gestione del brasiliano, la quale presenza potrebbe ridisegnare gli schemi di un attacco all’apparenza imbattibile e allontanare definitivamente una sterilità offensiva che è sembrata piuttosto presente contro squadre di livello nettamente inferiori sul piano tecnico ma ben organizzate.

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