Highlights a cuore aperto di Claudio Marchisio

Non è logico emozionarsi così tanto, ci avevi già detto addio, non sopportiamo che tu ce lo dica un’altra volta… Ma perché diavolo devi sembrare così perfetto? Così leale a quei colori che avremmo voluto indossare con te su un campo di pallone. Così rispettoso verso la vita e chi non la può vivere come te. Con quegli occhi azzurri che brillano quanto il tuo talento mischiati ad un’eleganza che poteva soltanto rappresentare un principe.

Non è giusto che tu non abbia provocato un po’ di sana controversia sul tuo ritiro. Perché non hai litigato con la società a quarant’anni suonati per avere un altro anno di contratto? Perché non hai battuto tutti i record di presenze possibili in tutte le competizioni? Perché non sei andato a prendere dei soldi sporchi di petrolio per far campare sul triclinio anche i nipoti dei tuoi nipoti?

Non ci sta bene che sia tutto così ingiusto ma profondamente corretto allo stesso tempo. Perché hai demolito i cuori di chi, Marchisio, lo avrebbe voluto un po’ per sempre.

Claudio Marchisio ha fatto innamorare il mondo della sua classe da gentiluomo, e questi momenti forse vi faranno dire lo stesso. Quindi, vi prego di poter ricorrere gli highlights della sua carriera, a cuore aperto.

Alex Del Piero aveva previsto il futuro

Il tuo primo gol in Serie A sembra scritto da un tifoso juventino. Alex Del Piero è riuscito a vedere il futuro della Juventus con un metro e novantaquattro di Krøldrup davanti e una linea di passaggio che non si potrebbe disegnare nemmeno a matita. Inserimento intelligente e scavetto elegante, come te Claudio. L’Italia non sa ancora chi sei, del resto è il tuo primo gol in Serie A. Ma tutti ti hanno detto bravo e non sei passato inosservato.

Body on fire, head in the fridge

È Dicembre del 2009, l’Inter è fortissima ma la Juventus vuole vincere il derby d’Italia, a tutti i costi. Ancora tutto in equilibrio, a Júlio César sfugge un tiro maldestro di Sissoko. La palla arriva dalle tue parti. Hai un muro gigante che agli interisti piace chiamare Samuel davanti e il portiere più in forma del mondo che vogliono chiuderti lo specchio. Sinistro, destro e pallonetto. Una freddezza disarmante, nel corpo in fiamme di un giovane che non sa di essersi appena preso la Juventus.

La fortuna aiuta gli audaci

Passano un paio di anni, e Marchisio vuol dire sempre di più Juventus. Il Milan vincerà lo scudetto e in panchina ci sarà colui che regalerà ai tuoi colori tanto rispetto. Nel dubbio, la palla all’inizio sembra non voler mai entrare e quel Milan un po’ chiuso, destinato a farla franca. Ma tu non ti arrendi e alla fine la fortuna ti bacia due volte. Prima Bonera inconsapevolmente decide che quell’azione era troppo bella per non finire in rete, poi, Abbiati si inventa un pretesto per farsi regalare una bottiglia di vino, è doppietta. Immeritata? E allora? 2-0 per la Juve.

Scrivere la storia

La maglia della Juventus ti è sempre piaciuta, con quelle righe sintetiche e così opposte. Ma senti che una maglia che ti sta così bene ha bisogno di essere decorata con qualche ornamento, e a fine stagione ci fai cucire un piccolo tricolore. Quando gli inglesi vogliono far capire quale fosse il miglior momento storico di un atleta utilizzano l’espressione in his prime. E il tuo 2011/2012 è la tua prime. Con Antonio Conte giochi sempre, segni sempre, vinci lo scudetto, li vincerai tutti.

Ma, ahimè Claudio, quell’anno non tornerà più.

L’iItalia chiamò

Da sempre Juventus e Nazionale hanno creato un binomio meraviglioso, e così come per la tua carriera, la nazionale ha rappresentato momenti un po’ schizofrenici. Prima diciamo il più brutto, si sa, prima le cattive notizie. L’anno in cui stai meglio coincide con una nazionale che sembra essere la vera sorpresa di un Europeo a senso unico. La finale è meritatissima, l’Italia gode tutta insieme sopra inglesi e tedeschi. L’illusione di vincere è grande e pervade 60 milioni di persone. Ma un meccanismo perfetto di calcio totale senza attaccanti fa tornare l’Italia sullo stivale. La Spagna è troppo forte, e 4 gol sono tanti da digerire.

Passano due anni e sembri aver smaltito bene. L’Inghilterra vuole vendicarsi, ne ha il diritto. Ma le speranze degli inglesi rimangono bloccate in mezzo alle gambe di Pirlo, che decide di far passare solo la palla che manderà in gol Marchisio. Che gol bellissimo, il giorno dopo su internet fotoshoppano te e Super Mario che ridono in faccia alla regina. Tutti pensano sia tornato Marchisio e che il mondiale sia alla portata. Ma è un’altra grande illusione.

Eleganza e maledizione Champions

2015, non c’è più Conte. La Juventus, però, sembra poter superare ancora i propri limiti. Arrivare in finale di Champions non è mai facile, ma non impossibile. Il problema è vincere, lo è ancora. A creare l’ennesima illusione di una splendida vittoria sei proprio tu, Claudio. Un colpo di tacco in mondovisione manda in porta la Juventus, regalando il pareggio ed eleganza a tutti gli spettatori. È un sogno che dura pochissimo però. E che peccato, perché con te, Claudio, si ha sempre l’impressione che tutto possa essere perfetto.

Poteva essere perfetto, ma ora è tutto finito

Juventus-Palermo. È l’ennesima conferma della straripante superiorità della Juventus di Allegri. Poi tutto ti crolla addosso. In quel momento, oltre alla tua gamba, hanno fatto crack tanti cuori sensibili. Nulla sarà più lo stesso. Oggi ci hai comunicato che a pallone non ci giocherai più, 33 anni sono pochi, e poteva essere ancora tutto perfetto. Ma dovevi proprio cercare di rubarla quella palla al mudo Vázquez? Vorremmo tornare indietro e fare in modo che per un secondo, tu non ti dannassi l’anima per la Juventus. Ma era la tua natura, e ci hai provato fino all’ultimo, mettendo addirittura a rischio la tua carriera da bandiera.

Ci avevi già detto addio, andando lontano in modo che non potessimo più vederti per non stare ancora male, mostrandoci il tuo ennesimo segno di rispetto. Hai voluto salutarci da vero Juventino, in quella che è diventata la tua casa e il teatro dei tuoi successi. Con parole eleganti, rispettose e bellissime. Proprio come te.

Grazie Claudio.

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