La Juventus non muore letteralmente mai

28 aprile 2018, una serata in cui abbiamo avuto paura.

Esatto, dopo tanto tempo abbiamo avuto paura di perdere il primato italiano, in virtù di un Napoli che, fino a quel momento, non aveva mollato un centimetro, e che solo una settimana prima aveva espugnato l’Allianz Stadium con la rete di Koulibaly.

Sapevamo tutti che quell’Inter-Juventus sarebbe stato decisivo per la conquista del settimo tricolore consecutivo, così come eravamo perfettamente a conoscenza del fatto che i nerazzurri fossero il peggiore avversario possibile per giocarsi uno Scudetto nel quale loro non erano minimamente coinvolti.

“Benvenuti al vostro 5 maggio”, così recitava uno striscione di un tifoso interista presente sulle tribune di San Siro, a sottolineare come la vendetta fosse lì, pronta per essere servita, più fredda che mai.

Una partita dalle mille emozioni: il rosso a Vecino e le polemiche su Pjanic, l’Inter in 10 per gran parte della partita, ma un risultato da brividi a soli cinque minuti dal termine.

“Il ciclo è finito”. Una frase che continuava a risuonare nella nostra testa, costantemente, come una sentenza. Poi, al minuto 87, lo strano tiro di Cuadrado deviato da Skriniar, che riporta il risultato in parità.

“Non cambia nulla”, pensavamo, “domani arriverà comunque il sorpasso del Napoli”, continuavamo a ripetere come un mantra, quasi rassegnati.

Al minuto 89, però, su una punizione calciata al centro dell’area da Paulo Dybala, si materializza l’uomo del destino, colui che ai tifosi del Napoli ha in passato regalato tante gioie, ma che in quel momento era pronto a dargli uno dei più grossi dispiaceri della loro vita sportiva. Proprio lui, Gonzalo Higuain, un meraviglioso lampo di luce in una serata che sarebbe potuta essere più buia che mai.

E poi quell’urlo di Francesco Repice in radiocronaca, e quella frase scolpita nella mente e nel cuore di ogni tifoso bianconero: “La Juventus non muore letteralmente mai”.

Simone Nasso

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