La consapevolezza di chiamarsi Juve

Il copione si ripete. La Juve entra in campo, almeno fisicamente, anche se non con la testa, e lascia il gioco in mano agli avversari. Sembra spenta, non prova soluzioni, lascia troppi spazi… Sembra come se la testa sia ad un’altra gara, sicuramente più determinante, che si giocherà solo 3 giorni dopo. Poi scatta qualcosa, che altro non è se non la consapevolezza di essere la Juventus, e di poter decidere, in qualsiasi momento, quale piega far prendere alla gara. Ancora una volta.

QUANDO VINCERE LO DECIDE LA JUVE

Contro il Milan la Juventus ha fatto la solita gara. Alcuni potrebbero definirla contraddittoria, ma forse più semplicemente sarebbe giusto definirla consapevole. Sì, perché la squadra di Allegri ha quella consapevolezza della propria forza che la porta a manovrare la gara come vuole. È la Juve che decide di attendere, di lasciare il gioco in mano agli avversari, di far giocare gli altri fino a prendere gol. Ed è sempre la Juve che poi decide di scendere in campo anche la testa, di prendere la gestione della gara e di andarla a vincere. Come in un gioco alla Play Station, i bianconeri manovrano la gara a loro piacimento, con la consapevolezza di poterla vincere in qualsiasi momento.

Raramente, almeno in campionato, si è vista una Juve aggressiva e perfetta tatticamente e tecnicamente. Anzi, nella maggior parte delle gare la squadra di Allegri ha sofferto i ritmi avversari, proprio perché ha lasciato spazio agli avversari, consapevole di pote cambiare tutto quando voleva. Ci sono poi, ovviamente, gare diverse, come quella con il Genoa, in cui tutto va storto e non basta il sapere di essere più forti per vincerla.

Con il Milan, però, i bianconeri hanno dimostrato proprio questo: è solo la Juve che decide se e quando vincerla.

Josephine Carinci

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