La Joya ritrova il goal, ma Dybala non trova la Joya

La rimonta della Juventus ai danni del Milan parte proprio da Paulo Dybala. 41 giorni dopo l’ultima volta, il numero 10 bianconero ritrova un goal che i tifosi dello Stadium aspettavano di vedere del vivo da ben sette partite. Sette come le marcature messe a segno in stagione, spalmate fra campionato e Champions League. Sette come le volte in cui ha timbrato il cartellino contro il Milan in carriera. Sette come il numero di maglia di un Cristiano Ronaldo che può proseguire la riabilitazione fiero dei propri compagni di squadra, usciti ancora una volta vincitori, anche senza di lui.

L’aver procurato un calcio di rigore, pareggiato il match e avviato una rimonta non è stato sufficiente per far si che sul viso di Paulo Dybala si potesse intravedere una smorfia di felicità. L’argentino insacca alle spalle di Reina, ma non perde tempo ad esultare. Si preoccupa esclusivamente di recuperare il pallone e di riportarlo sul dischetto di centrocampo. Circa cinque minuti dopo il goal, Dybala vede il suo numero 10 sul tabellone luminoso. Abbandonando il terreno di gioco, la Joya continua a mostrare un certo nervosismo: strappa il polsino, scuote la testa ed accenna solo un principio di applauso di ringraziamento verso i propri tifosi. Continuando a sfogarsi con il compagno di squadra Cancelo una volta accomodatosi in panca.

La rabbia di Dybala è certamente scaturita dal periodo tutt’altro che prolifico. Ma un calciatore di quel calibro deve avere, in determinati momenti della propria carriera, la forza di farsi scivolare addosso le critiche e di prendere per mano la propria squadra. Tutto questo perché, per quanto se ne possano dire, la Juventus ha bisogno di Paulo Dybala e Paulo Dybala ha bisogno della Juventus. Ora più che mai.

Alessandro Zanzico

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