L’orchestra perfetta di Massimiliano Allegri

C’è chi, dopo la gara con il Parma, nel tracollo della Juventus un po’ ci ha sperato, magari anche contravvenendo alla propria fede calcistica. Perché la sensazione è che, ogni tanto, l’ingiustificato odio verso chi sedie sulla panchina bianconera riesca addirittura a scavalcare sogni e passioni. Come se dopo una brutta prestazione o dopo una sonora sconfitta debba essere individuato necessariamente un capro espiatorio, qualcuno su cui scaricare le proprie frustrazioni. Proprio questo è il modus operandi degli anti-allegriani doc. Spasmodicamente perseguitati dal terrore di dover legittimare le proprie infondate convinzioni sulla presunta inadeguatezza dell’allenatore della Juventus.

L’ORCHESTRA PERFETTA DI MAX

E invece, dopo la rimonta subita dal Parma, in linea con il trend generale degli ultimi anni, i Campioni d’Italia non sbagliano, rispecchiando le previsioni di un calendario favorevole ma tutt’altro che scontato. Sassuolo e Frosinone, spesso talmente sottovalutate da riservare sorprese poco piacevoli, sono state le vittime perfette della ripresa di una squadra non morta – come molti credevano e, appunto, speravano – ma malata. Piccoli malanni di stagione, superati in maniera magistrale alle porte del primo vero importante esame della sessione. Il merito? Senza dubbio di colui il quale è maggiormente criticato, di chi è perenenmente vittima di sterili considerazioni mai suffragate dalla realtà dei fatti. Sì, perché se la Juventus è un’orchestra perfetta il merito va dato al suo direttore, intelligentissimo stratega e imprescindibile collante di un gruppo potenzialmente imbattibile.

LA MAGISTRALE GESTIONE DEL GRUPPO

La poliedricità del materiale a sua disposizione definisce le aspettative che vengono riposte nei risultati da conseguire, e Allegri è un maestro a sfruttare tutte le migliori risorse di cui dispone. Mischiando, invertendo, sperimentando i suoi interpreti in tutte le posizioni. Gestendo alla perfezione un gruppo eterogeneo, a tal punto che, nelle mani sbagliate, la sua stabilità possa essere pregiudicata in qualsiasi momento (ogni riferimento alle squadre di Milano è puramente casuale).

La Juventus ha ripreso a suonare la più armoniosa delle sinfonie, grazie ai suoi primi violini (i signori con il 7 e con il 10), magistralmente indirizzati dal proprio direttore d’orchestra. E ora, Madrid: musica maestro!

Vincenzo Marotta

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