Il veleno del cobra: la peggior Juve della stagione espugna l’Olimpico

La Juventus è come un cobra: osserva, si fa attaccare, sembra in apnea, in balia dell’avversario, poi, quando meno te lo aspetti, ti colpisce, mortalmente, e ti inietta quel veleno che, in pochi minuti, segna la tua fine. I bianconeri, questa sera impegnati all’Olimpico contro la Lazio, sono usciti vittoriosi da un match difficilissimo. I biancocelesti, infatti, sono stati di gran lunga superiori, sotto il profilo del gioco e delle occasioni create, sino al 70′. Poi il solito guizzo di Madama: Allegri toglie Costa ed inserisce Cancelo– una mossa a sorpresa- e la partita cambia. Il portoghese sigla il pareggio, Ronaldo firma il sorpasso dal dischetto. Due tiri in porta, recita lo score di Roma. Una Juve alle corde contro una grande Lazio. Eppure i tre punti vanno alla capolista che allunga a più undici sul Napoli.

VELENOSA, CINICA E SENZA IDEE

La prestazione della Juve, però, al di là del risultato, va analizzata sotto tanti punti di vista: fortunata, cinica, velenosa e senza idee. Il primo tempo è stato un monologo dell’aquila, con la squadra di Max costantemente in affanno e chiusa dietro, a respingere le avanzate della Lazio. La ripresa è iniziata allo stesso modo: dominio della squadra di Inzaghi- con tanto di vantaggio- e la Vecchia Signora alle corde. ll risultato sempre in bilico e i cambi di Max Allegri hanno, poi, cambiato la partita. Nonostante una Lazio meritevole: sempre pronta a pressare, in costante proiezione offensiva e con diverse assenze. Una prestazione ottima che non ha fruttato punti.

Allegri, come spesso accade, da buon stratega ha inserito Cancelo e Bernardeschi che hanno cambiato volto alla partita. Alla fine contano i tre punti e l’ennesimo allungo in classifica. Napoli a meno undici e campionato ipotecato. L’ex Milan, però, sa bene che questa Juventus deve fare di più. Ronaldo troppo spesso isolato, centrocampo in costante affanno e un palleggio inesistente, nella fredda serata dell’Olimpico. Pochi gli spunti di Costa e Dybala. Can e Matuidi sempre a rincorrere, mai a proporre; la difesa, invece, messa sotto assedio dal 1′. Nemmeno un tiro verso la porta nei primi 70′ di gioco. Un’assurdità per una squadra del genere, con una qualità immane e un potenziale eccezionale. Emblematico l’atteggiamento di CR7 nella prima frazione: chiamato, spesso, ad invitare i compagni a salire- troppo bassi di baricentro-, quasi mai servito e isolato nel nulla dell’attacco bianconero. Grandi meriti alla Lazio- sia chiaro- eppure i demeriti della Vecchia Signora, almeno questa sera, sono evidenti.

Bene la vittoria, anche quando si gioca male- o meglio: non si gioca-, ma questa squadra, per elementi e qualità, deve ambire al massimo, alla perfezione. E stasera non c’è stata ombra della vera Juventus. Per i grandi traguardi servirà un’altra squadra, specie per la CL. La doppia sfida contro l’Atletico si avvicina a grandi passi e la prestazione di questa sera lascia perplessi. Servirà la miglior Juve contro un avversario durissimo e tatticamente impeccabile. Vincere quando non si merita è sinonimo di grandezza, e alla Juve lo si è più volte sottolineato. Eppure, questa sera, qualcosa è andato storto: troppi errori, anche concettuali, troppe sbavature e imprecisioni. Un approccio molle e senza verve, un continuum peggiore, tra occasioni firmate Lazio e un po’ di fortuna. Serve un altro registro. Serve un’altra Juventus.

Perchè vincere è l’unica cosa che conta, sì, ma essere grandi vuol dire imporre la propria forza su qualsiasi terreno verde. Il cobra Juventus ha colpito ancora: un morso, tre punti e fuga verso la gloria. Per i grandi sogni, però, serviranno colpi letali. E questa squadra li ha nelle corde: serve solo realizzarli.

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