Quelle abitudini che non passeranno mai di moda

Pessime abitudini. Intramontabili pessime abitudini. Non è bastato, per ora, Cristiano Ronaldo a risolvere l’annoso problema della Juventus, quello che ha indiscutibilmente messo in dubbio la supremazia della Signora negli scorsi anni. Concentrazione, quella sconosciuta. Dominio assoluto della partita per ottanta minuti, poi, all’improvviso, va via la corrente. Black out, tutto si spegne. I ladri Martial, Mata e Pogba approfittano, entrano in casa, rubano, ringraziano e se ne vanno. La qualificazione è rimandata: appuntamento alla prossima partita.

DÉJÀ VU

Ha il sapore di déjà vu, quello che è successo allo Stadium. Non è la partita in sé il problema: sulla carta è tutto come prima, la classifica non cambia, l’imperativo resta quello di vincere le ultime due. Piuttosto, nella gara di ieri si sono riviste le prestazioni di Cardiff e Madrid, si è rivista Monaco. Tutte quelle gare, insomma, buttate al vento per aver abbassato la tensione nei momenti meno opportuni. Abitudini pessime, abitudini da contrastare. CR7 ha dato un grande apporto in termini di mentalità, di concentrazione. La differenza rispetto allo scorso anno è palese, ed è stato più volte rimarcato: la Juventus ha un approccio più aggressivo nelle partite che contano, più maturo, e fino al mese scorso sembrava che anche la tenuta sui novanta minuti fosse stata impostata nei termini di una squadra che punta alla vittoria finale. Gli ultimi trenta giorni, da Bessa all’autogol di Bonucci, hanno evidenziato un netto calo in tal senso. Continuare a capitalizzare l’apporto gentilmente reso da Cristiano Ronaldo, questo deve essere il mantra, perché è vero che contrastare le abitudini è difficile, ma liberarsi di quelle nocive è fondamentale per crescere ed evolversi in quello che la Juventus ha dimostrato di voler diventare ma che è ancora lontana dal raggiungere.

 

Vincenzo Marotta

 

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