
Esattamente il 12 Gennaio 2017, la Juventus, con un comunicato ufficiale, formalizzò l’acquisto del giovane difensore dell’Atalanta, Mattia Caldara. Come da accordo, il calciatore firmò un contratto che lo avrebbe legato ai bianconeri fino al 2021, ma solo a partire dal 2018.
Eh si, parliamo proprio di lui. Un giovanissimo ragazzo che, dopo una buona stagione in forze al Bari, passò alla Juventus per 8 milioni di euro. Al tempo la squadra era allenata da Luigi Delneri, composta da giocatori del calibro di Marco Motta, Armand Traorè, Alberto Aquilani e altri nomi decisamente lontani da quelli che caratterizzano la società oggi. Era la Juventus del settimo posto in campionato e dell’eliminazione in Europa League contro Lech Poznan e Salisburgo. Questo ragazzo era Leonardo Bonucci.
Leader dello spogliatoio e idolo della curva divenne ben presto “Bonny“. Il ragazzo migliorava a vista d’occhio, partita dopo partita, stagione dopo stagione, fino a diventare, nel giro di pochi anni, il perno difensivo della Juventus, riuscendo a fondare, assieme a Barzagli e Chiellini, la BBC, la difesa più forte d’Europa.
Dopo la sconfitta in finale di Champions League, Leonardo Bonucci chiede la cessione alla Juventus e firma per il Milan. Una volta approdato nella nuova squadra, ottiene il ruolo di leader e capitano. La mancanza di casa, almeno per il momento, non si fa sentire.
Passa una stagione, Caldara è pronto per iniziare a vivere il suo sogno in bianconero e la Juventus è intanto in cerca di un difensore esperto per sostituire il partente Rugani. Bonucci invece? Chiede la cessione al Milan dopo una stagione decisamente sotto le aspettative e decide di terminare così la sue esperienza in rossonero. In testa ha una sola destinazione: Torino.
Ebbene si, forse certi amori non finiscono, ed è assurdo pensare a quanto siamo disposti a fare pur di riottenere qualcuno al quale siamo molto legati. Stessa cosa avrà pensato proprio la dirigenza Juve, capace di gettar via un giovane capace ed ambizioso pur di riavere un uomo che, ora pentito degli errori commessi, è disposto a farsi perdonare sul campo.
Non sarà facile tornare a chiamarlo “Bonny“, non sarà facile esultare ai suoi goal, ma esattamente come otto anni fa, deve ora essere capace di farsi voler bene da quella curva che adesso forse lo detesta, ma che nel cuore ha ancora impresso il suo numero 19.
Alessandro Zanzico
This post was last modified on 11 Settembre 2020 - 11:19 11:19