La ricetta segreta di Allegri: Mandzukic e la passione per i goal pesanti

Quando pensi ad un attaccante ti immagini il canonico fenomeno implacabile sotto porta, crogiolo perfetto di fisicità e fiuto per il gol. L’attaccante, il numero 9 per intenderci, è quel giocatore che prendi al fantacalcio per vincere. Quello per cui investi nei difensori più opinabili per potertelo regalare nel corso dell’asta più infuocata, perché alle fine sai che almeno venti gol, quel giocatore costato un occhio della testa, te li garantisce.

MM17: IL CARRARMATO BIANCONERO

Ci sono questi attaccanti, e poi c’è Mario Mandzukic. Lui non è il giocatore per cui venderesti la tua dignità o per cui saresti disposto a schierare Lucioni come difensore principale (metaforicamente si intende). Non lo è mai stato. Da otto mesi circa gioca esterno in un 4-2-3-1, molto lontano dalla porta insomma. Il suo score è calato, ma neanche tanto: undici gol della scorsa stagione contro i tredici di quella precedente, giocata interamente come attaccante centrale. A compensare la differenza di due goal da un’annata ad un’altra c’è stata la totale trasformazione dell’ex Bayern in un difensore aggiunto, capace di compiere eccezionali ripiegamenti anche nelle fasi più calde della gara.

Mandzukic è la perfetta declinazione dell’attaccante tuttofare, straordinario nel dare sicurezza ai reparti arretrati ed altrettanto decisivo nel creare gioco. Colonna portante di un modulo che senza il Croato non avrebbe la stabilità per potersi reggere. Ci ha provato Allegri a rimpiazzarlo, ma non c’è verso: in un modo o nell’altro senza l’ex Bayern la Juventus perde qualcosa. Con Sturaro in quella posizione non hai un deficit difensivo ma manca la spinta offensiva e la genialità delle sponde. Con un Pjaca o un Douglas Costa manca il ripiegamento difensivo che serve a creare maggiore densità a metà campo, nonostante una maggiore imprevedibilità in fase di impostazione della manovra offensiva.

Sempre imbronciato, nel profondo questo ragazzone alto 190 cm riesce ad essere il migliore in ciò che fa, regalando spettacolari coast to coast senza palla, perché si diverte. Sacrificarsi, aiutare i suoi compagni e correre su e giù per il campo sembra divertirlo più che segnare. Anche se forse il suo divertimento più grande non è mai stato semplicemente segnare, ma quanto farlo risulti decisivo per la squadra.

POCHI GOL MA DECISIVI

E qui veniamo al punto. Il gol di ieri sera contro la Fiorentina è stato per l’ennesima volta la dimostrazione dell’importanza di Mandzukic non solo come sussidio alla fase difensiva (sette palloni recuperati), ma anche come match winner. Emblema di una squadra che sa soffrire, l’ex Bayern nei momenti di difficoltà si veste dei panni del supereroe riuscendo spesso a sbrogliare la matassa, regalando il successo ai suoi o comunque sbloccando gare difficili.

Vengono in mente quattro partite nello specifico: Juventus-Sampdoria, partita sbloccata dal Croato al quarto minuto di gioco e indirizzata subito sui binari della vittoria. Risultato finale: 4-1; Chievo-Juventus, gara compassata e sbloccata dal numero 17 solo al 53′. Finirà 1-2; Crotone-Juventus, 0-0 fino al 60′ quando proprio Mandzukic la sblocca con un tocco sotto porta da vero rapace d’area aprendo la strada al 2-0 esterno dei bianconeri; Juventus-Monaco, forse la rete più importante e significativa. Ritorno della semifinale di Champions. All’andata era finita 2-0 per i bianconeri con doppietta di Higuain. Bisognava mettere in cassaforte una partita che sarebbe altresì diventata eccessivamente ostica. Ci vogliono dodici minuti perché il Croato decida di indirizzare la partita in favore dei suoi, proiettandoli verso la disgraziata finale (in cui mette comunque la firma). Le sue reti lo scorso anno sono state 11. La statistica chiave dice che in 10 delle 11 gare in cui è andato in goal la Juventus ha sempre vinto. Se non è un indizio questo…

I puristi del calcio, quelli che vedono nell’attaccante solo il terminale offensivo con cui una squadra deve segnare, magari non apprezzeranno le doti del ragazzo nato a Slavonski Brod. Allegri evidentemente non è un purista, ma per ora sta avendo ragione a puntare su di lui. D’altra parte, questo è certo, ci punterebbe forte anche al fantacalcio!

 

Vincenzo Marotta

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