Leggende da Cardiff: Il regno sommerso di Cantre’r Gwaelod

C’era una volta, tanto tempo fa, una terra leggendaria di nome Cantre’r Gwaelod, governata da un buon re di nome Gwyddno Garanhir (tutti nomi estremamente facili da leggere, vero? D’altronde il gallese è fatto così, prendere o lasciare!). In questo bassopiano si poteva vivere da Dio: al contrario delle fredde e nebbiose lande che si trovano in Bretagna, la terra era estremamente fertile, e le persone potevano coltivare in tranquillità e far crescere sana e forte la propria famiglia (e anche il bestiame! Roba di non poco conto!). Il segreto di questa terra? L’acqua: ce n’era in abbondanza per far crescere quello che si voleva, anche troppa forse. Per evitare che il mare inondasse questa terra, fu costruita una diga, che si apriva nei periodi di bassa marea, mentre in quelli di alta si chiudeva. Il guardiano di questa diga era un tale di nome Seithennin, grande amico del re, ma anche grande bevitore. Forse non la miglior scelta per un compito così importante. Difatti un giorno, durante una festa al castello del re, arrivò una forte tempesta che nessuno riuscì a calcolare. Forse la festa era troppo bella per essere sospesa, o forse il buon Seithennin aveva bevuto troppo e non era in grado di capire cosa stava succedendo; fatto sta che la diga era aperta, e la tempesta scaraventò sulla terra di Cantre’r Gwaelod tutta la sua furia, seppellendo sotto l’acqua la terra di Re Gwyddno.

Ci sono molte versione riguardo a come è andata davvero: la leggenda, o il mito di questa storia, sta nel fatto che ognuna di esse può essere vera. Negli anni, molti hanno tentato di scoprire se questa terra fosse esistita davvero, e queste ricerche hanno portato a delle scoperte confortanti: tracce di impronte, resti di foreste preistoriche, addirittura un vialetto con dei paletti, tutti reperti databili allo stesso periodo di quella leggenda, che ci insegna quanto la cura dei dettagli e l’attenzione, oltre all’eccessiva fiducia, giocano un ruolo importante nella nostra vita. Bisogna sempre stare attenti. Come lo dovranno essere Allegri e i suoi, quando la tempesta Real sbatterà nella loro terra: la diga dovrà essere chiusa, un’ultima volta.

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