Atalanta-Juve: Guida non se l’è sentita, di nuovo

E anche stavolta Guida non se l’è sentita. Come quattro anni fa, quando arbitrava Juventus-Genoa e all’ultimo minuto non concesse un rigore netto per fallo di mano di Granqvist. Negli spogliatoi disse ai protagonisti: «Non me la sono sentita». Addirittura l’arbitro Marco Guida lo ammette: il tocco di mano di Rafael Tolói in Atalanta-Juventus era da sanzionare con il penalty. “Juve, scusa: era rigore!”, sono le parole del fischietto che risaltano sulla prima pagina di Tuttosport. Il direttore di gara avrebbe riconosciuto l’errore con i dirigenti bianconeri, dopo il 2-2 di venerdì allo stadio Atleti Azzurri d’Italia. Al termine del match, i vertici della società hanno incrociato l’arbitro mentre scendevano negli spogliatoi. I toni sono rimasti pacati, con Beppe Marotta che ha chiesto delucidazioni riguardo all’episodio. È stato allora che Guida ha ammesso il proprio errore.

L’EPISODIO INCRIMINATO

L’episodio accade al quarto d’ora del secondo tempo, con il risultato fermo sull’1-1 dopo la rete di Conti prima e il successivo autogol di Spinazzola. Su un cross da sinistra, Tolói stacca insieme a Bonucci nell’area di rigore neroazzurra, colpendo chiaramente la sfera con il pugno. L’arbitro Guida inizialmente assegna il calcio di rigore alla Juve, poi cambia decisione e fischia la punizione a favore dell’Atalanta per posizione di fuorigioco di Mandzukic. E’ vero, l’attaccante croato si trovava al di là di tutti i difensori avversari nel momento in cui gli è arrivato il pallone, ma ciò avviene dopo il fallo di mano del difensore brasiliano. È chiaro quindi che l’assistente abbia scambiato il tocco di mano con un colpo di testa di Bonucci, non concedendo un rigore solare.

Andrea Bargione

Classe '92, studente alla facoltà di Scienze dell'educazione a Torino, amo lo sport e il calcio in particolare. Scrivere è una passione, condividere tutto con voi lettori un piacere.
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