Juve-Napoli: Giuntoli mancanza di stile, le società non possono fare come i tifosi

Ma non c’era il silenzio stampa? La domanda è volutamente provocatoria, ma leggendo capirete come questa sia il perfetto punto di partenza della storia. Sì, perchè dopo la sfida con il Real Madrid il Napoli aveva selezionato il tasto muto in seguito alle forti dichiarazioni del proprio presidente contro l’allenatore azzurro, ma ha deciso di interromperlo per qualche minuto questa sera… il motivo? Utilizzare il mezzo pubblico televisivo per esprimere la propria pessima opinione sull’arbitraggio di questa sera con due tesserati: Giuntoli e Reina.

GIUNTOLI – “Vergogna!”, questo il termine chiave del concetto espresso dal ds del Napoli. Un pensiero che, al di là del condivisibile o non condivisibile, può essere espresso per il famoso diritto di parola, ma che lascia allibiti per il modo con cui viene espresso (proprio lo sesso problema della controversia post Real) e per il fatto che la società Napoli si è arrogata il diritto di non rispondere alle domande dello studio RAI (per cui comunque esistono contratti da rispettare), proprietario dei diritti di Coppa Italia, con questa giustificazione: “Ha deciso di parlare, ma senza accettare lo scambio di opinioni dello studio”. Un atteggiamento semplicemente incomprensibile, inaccettabile e, con tutta sincerità, anche piuttosto simile ad uno di retaggio infantile.

MANCANZA DI STILE – “Usciamo sconfitti a causa di decisioni vergognose, questo fa male al calcio italiano. Gli episodi? Mi è bastato vederli di persona. Nessuno dei due rigori è da assegnare, nel primo Dybala cerca il contatto, nel secondo Reina prende nettamente la palla. Albiol? Due bianconeri gli sono andati addosso”. Pronunciare questo virgolettato, unito al tweet in copertina, senza dare a nessuno la possibilità di replica denota infatti una mancanza di stile, di sportività e anche di educazione. E no, non si tratta di un giudizio personale della nostra redazione, ma semplicemente di norme del vivere comune, in cui la parola altrui si ascolta, si rispetta e, in caso di idee opposte, si dibatte.

In tutto questo discorso, manca però un appunto chiave, che abbiamo voluto mantenere in fondo perchè resti ben evidenziato. Il ds Giuntoli, e con lui tutte le società, si ricordino che stiamo pur sempre parlando di CALCIO. Uno sport, un insieme di eventi, qualcosa che attrae interessi economici e passioni, ma che non deve trascendere in guerre e guerriglie. Sì, perchè mentre le società ne discutono, se vogliono, ad alto livello, i tifosi lo fanno sui social dove tutti hanno lo spazio di commentare sulla scia del cattivo esempio dato: perciò è bene che le società facciano il loro mestiere e non facciano i tifosi. Il passo dalla tastiera alla strada, purtroppo, è molto breve: il CALCIO è PASSIONE, NON TRASCENDIAMO, NON FACCIAMOLO DIVENTARE GUERRA.

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