Gennaio è il mese del mercato di riparazione, dove si deve appunto “riparare” agli errori commessi e alle decisioni prese durante la sessione estiva. 28 giorni in cui ci si concentra, piaccia o non piaccia (in questa seconda categoria è da inserire Max Allegri), più su quello che succede allo squillare dei telefonini, in cui si sprecano e-mail e Whatsapp, piuttosto che pensare a ciò che può accadere sul terreno di gioco. Si diceva quindi che questo è il mese per correggere le sbavature passate, ma se queste invece si ripresentassero uguali al passato?
Ecco dunque che attorno a questa vicenda si costruisce la nostra domanda, con un ragionamento induttivo che porta dal caso specifico al generale: perché vendere senza un’alternativa pronta?
La domanda si ripropone ciclicamente. Accade proprio perché la Juventus è una società capace di programmare a lungo termine, che ha fatto di questo un marchio di fabbrica, soprattutto con i giovani, e si è sempre distinta per la qualità delle sue operazioni, pensate e ragionate. Ma che ogni tanto macchia questa sua caratteristica, lasciando perplessi e portando la perfezione ad un livello inferiore. L’eccezionalità, si sa, fa più notizia, ma probabilmente questi casi avrebbero avrebbero suscitato comunque qualche domanda, troppo grandi per non essere discussi.
In attesa di vedere come si concluderà la vicenda Patrice Evra – a partire anche dalla titolarità nella gara di domani -, i tifosi bianconeri rimangono alla finestra, aspettando solo che la società dirami questa nebbia di dubbi e domande. Come? Smentendo e stupendo tutti con la sua nota lungimiranza.
This post was last modified on 8 Gennaio 2017 - 15:10 15:10